Pensiero di fine anno, fra non-storie e mosaici nel sottosuolo

Artù è fuori in giardino ad abbaiare al nulla, circondato dal gioco rotto di un coniglio che porta il soprannome di mia nonna senza che colui che gliel’ha dato lo conoscesse. Il fuoco arde nella pigna. Ok Google mi sta deliziando con musica jazz in background e tra poco dovrebbe arrivare Veronica a riportare l’affettatrice.

Vorrei dire cose che però non trovano la necessità di essere espresse. Credo sia come raccontare una non-storia: apri la bocca ma ad uscire è lo spazio fra le parole; il mistero fra tutto il certo; il collante fra i pezzi di questo 2022.

Mi viene in mente l’immagine di quei meravigliosi mosaici appartenenti ad antiche ville sprofondate nel tempo, scoperti per caso secoli dopo. Ecco però il mio, di disegno, quest’anno è stato costruito direttamente lì, nel sottosuolo, parte di un ambiente che ancora non c’è.

Nel frattempo Veronica è arrivata e già ripartita. Artù si è messo a dormire su un tappeto a forma di sole. La pigna sta rilasciando il calore di un fuoco di cui ormai non c’è nemmeno più bisogno. Il pianoforte sullo sfondo indica che la compilation non è ancora terminata. Il tè di Daniela sta rilasciando nell’aria profumo di mela e cannella. Le nuvole di neve di Noah sono accanto e dentro me.

Ho aperto il laptop per dire cose e non mi è uscito che questo. Mi piace quindi pensare siano auguri inespressi che resteranno nascosti lì da qualche parte nel vostro 2023, pronti a venire alla luce in momenti inaspettati, forse anche inutili, soprattutto non pensati, come quando apri la bocca per dire qualche cosa ma ad uscire è solo lo spazio che collega due parole.

Quelle del mio 2022 sono grazie grazia e in mezzo, in quel preziosissimo millimetro bianco che le unisce, ci siete voi con la vostra arricchente e generosa immensità. Quindi , e buona spaziatura a tutti!