MISSIONE

La comunanza è la capacità di pensarsi uniti partendo dalle differenze. Per creare l’unità occorre però far dialogare le differenze affinché dai molti possa nascere l’uno, il Grande Noi. Chiedo alle persone di inviarmi un messaggio vocale affinché possano rappresentarsi in piena libertà condividendo una parte della propria esistenza, certi di venir ascoltati e considerati senza subire censure o discriminazioni.

Le tele sono uno spazio pubblico in cui a prende forma è la libertà di parola. I colori si intrecciano in un comune e reciproco definirsi scaturito dal dialogo pittorico. Ogni identità resta tale accompagnandosi nel contempo ad altro e all’altro, divenendo così tessuto di istanti non più distanti.

Ed è proprio da questa danza d’istanti vicini che può nascere il senso di comunità e di appartenenza a un disegno più grande e collettivo. È il sentimento in cui risiede il proprio posto nel mondo. È il luogo da cui è possibile decidere chi essere e come agire in relazione a un contesto più vicino alla realtà globale anziché personale. È una realtà più vasta, e perciò più autentica.

I miei dipinti sono il risultato del viaggio intrapreso dall’appello lanciato nel web, un viaggio alla ricerca del Grande Noi. Le tele sono la mappa in cui è possibile riconoscere e condividere una comune umanità. Ad ognuno ora il compito di trasformarla in territorio indirizzando la libertà rappresentata verso la giustizia, la generosità e la rettitudine, o come altrimenti detta: la comunanza.

TESTIMONIANZE

I dipinti sono testimoni e simbolo di un atto di intima partecipazione, dove le persone si sono mostrate per generare un ambiente capace di opporsi agli stereotipi, al pregiudizio, al giudizio costante e all’omologazione, permettendo al proprio mondo interiore di unirsi a quello di altri e generare una nuova narrazione su tela: la comunanza dell’umanità.

Ad ogni persona corrisponde un evento estetico, una porzione di sé che nel suo limite suggerisce l’illimitato, restituendo così la molteplicità dei viventi in un intreccio costante fra il sé e l’altro da sé. Nel panorama generato da queste condivisioni ognuno potrà trovare il proprio posto e sentirsi particolare indispensabile di un disegno più grande: il senso di appartenenza al mondo, con cui tornare finalmente a danzare in una nuova, collettiva e autentica realtà.

Le opere rappresentanti la comunanza dell’umanità suggeriscono la contemplazione, condizione necessaria per uno svolgimento consapevole della propria esistenza. In questo contesto la domanda iniziale posta durante l’appello si può aprire per lasciare spazio a quesiti le cui risposte si possono solo intuire, come quando dal nulla giunse il primo suono, forse la voce del Grande Noi.