Calendario dell’avvento 2022

Una storia, una fotografia e un disegno: la carta del giorno. Quando la biografia dell’umanità danza col mondo: anche questa è #artenarrativa.

Il calendario dell’avvento è dedicato ai miei nipoti Miika e Noah.

1 dicembre - ACCENDERE LA LUCE DEL CIELO

Caro te,
stamane quando ho aperto la finestra ho visto accendersi la luce del cielo. Fuori era ancora buio e non si vedeva niente, poi ad un tratto tutte le nuvole sparpagliate in giro qua e là si sono illuminate di rosa e arancione È stato proprio come se qualcuno avesse improvvisamente acceso la luce della stanza, che in questo caso aveva per pareti le montagne, e per soffitto il cielo. 

Foto del 25 ottobre ’17 - Piz San Gian 3’134 msm, Piz Surlej 3’188 msm, Engadina

2 dicembre - NEBBIA DA BERE

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra mi sono ritrovata immersa in una tazza di latte: vedevo tutto bianco. La nebbia avvolgeva ogni cosa, ma quando è arrivato il sole sono cominciata ad apparire il larice qui vicino, alcune case, il campanile della chiesa, e infine il lago e le montagne. È stato come se quel bicchiere di latte si svuotasse a poco a poco; è stato come se quel bicchiere di latte se lo fosse bevuto tutto il sole.

Foto del 1° ottobre 2017, presa a Sils-Baselgia, Engadina

3 dicembre STELLE ABITATE

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra mi è sembrato di sbirciare in casa d’altri. Era buio e si vedevano ancora alcune stelle. Erano uguali ai puntini luminosi delle finestre accese che si vedono di notte dall’altra parte della valle. Magari si trattava davvero di qualcuno già sveglio in una galassia lontana, che guardano fuori dalla finestra avrà pensato “ecco una stella”, e invece era la mia finestra.

Foto del 5 aprile 2017, presa dal mio atelier, Engadina: Piz San Gian 3’134 msm e Piz Surlej 3’188 msm

4 dicembre - STARE SULL’ARCOBALENO

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra mi sono ritrovata circondata da mille arcobaleni. Durante la notte la brina aveva ricoperto tutto quanto: ogni singolo filo d’erba, ogni paletto delle staccionate, ogni ago di pino compresa la corteccia. Aveva avvolto ogni cosa come un vestito di cristallo, e quando è arrivato il sole da queste minuscole particelle di ghiaccio sono esplosi tutt’attorno i riflessi di mille miliardi di arcobaleni: sembrava proprio di starci sopra.

Foto del 18 novembre 2017 - Fiori di brina sul Lej da Staz, Engadina

5 dicembre - CAFFÈ CHE VOLA VIA

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra mi son sentita osservata. Sul tetto della casa di fronte si trovavano dei corvi grandi e neri, tutti intenti a guardare me e la tazza che tenevo in mano ancora piena di caffè bollente, nero come il loro mantello. A un certo punto si sono alzati in volo e sono andati prima tutti di qua, poi tutti di là, poi ancora di qua; sembravano proprio il fumo del caffè che usciva dalla mia tazzina.

Foto del 26 marzo 2017 - Villaggio di Grevasalvas, Engadina

6 dicembre - L’ALBA IN UN FALÒ

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra ho visto un falò. Le facciate delle case, i versanti delle colline e gli alberi nel bosco erano tutti leggermente illuminati sul davanti, come accade ai volti delle persone che si siedono attorno a un falò. La fonte di tale luce proveniva dall’incontro delle due montagne. Era l’alba che stava nascendo e noi tutti lì, seduti attorno a lei, a lasciare che ci illuminasse lo sguardo.

Foto del 1° agosto 2017 - Festa nazionale svizzera a Silvaplana, Engadina

7 dicembre - MONTAGNE A TESTA IN GIÙ

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra ho visto le montagne a testa in giù. Il sole non era ancora sorto e sulle cime si trovavano alcune nuvole, poi a un certo punto è stato come se qualcuno avesse acceso un grande faro proprio dietro di loro. L’ombra si è proiettata in alto, sulle nuvole, e visto che normalmente l’ombra parte dai piedi è stato come se fossero al contrario, a testa in giù.

Foto del 26 novembre 2020 - Piz Languard 3’262 msm, Engadina

8 dicembre - UN SOGNO SVEGLIO

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra c’erano fuori due mondi uniti. La luna piena era ancora bella bianca in cielo però era già giorno. Ogni volta che accade per me è un po’ come se gli opposti si incontrassero: come ridere mentre si è piange, parare mentre si fa gol, correre mentre si sta seduti e così via. Chissà cosa accadrebbe se il giorno avesse le stelle e la luna i raggi del sole; sarebbe proprio un sogno sveglio.

Foto del 26 febbraio 2021 - Piz Vadret 3’199 msm, Engadina

9 dicembre - UN MONDO INFINITO

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra si vedeva solo l’inizio del mondo. Una coltre di nebbia ricopriva tutto ma solo da un certo punto in poi. Si vedevano i primi piani delle case ma non i tetti, i piedi delle montagne ma non le cime, l’inizio del lago ma non l’altra sponda, le scarpe delle persone ma non la loro testa. Sembrava di stare in un mondo infinito, che iniziava per non finire mai più.

Foto dell’8 settembre 2018 - Un po’ di St. Moritz e il suo lago, Engadina

10 dicembre - PIOGGIA CORTA

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra ho visto che al bosco erano cresciuti i capelli. Durante la notte aveva nevicato ma dai 20 metri dal suolo in su, quindi gli abeti avevano la neve solo sulla testa e sembrava una soffice capigliatura bianca. Chissà come sarebbe stato essere lì a vedere la neve danzare fino a 20 metri da terra e poi scendere giù dritta veloce, in una pioggia cortissima.

Foto 20 gennaio 2017 - Il boschetto della Penisla dal Piz a Champfèr, Engadina

11 dicembre - DESIDERI SUL LAGO

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra ho visto il lago danzare. L’acqua era più calda dell’atmosfera e aveva creato sulla superficie tantissimi ciuffi di nebbiolina roteante. Sembravano delle piccole candeline poste su una torta di compleanno. Poi a un certo punto un colpo di vento le ha fatte sparire tutte, proprio come se in quel momento qualcuno avesse espresso un desiderio e soffiato sulla torta del lago: tanti auguri (al mio brother)!

Foto 31 agosto 2020 - Nebbia sul lago di St. Moritz, Engadina

12 dicembre - LE RADICI DEL CIELO

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra ho visto le radici del cielo. Una fitta rete di linee sottili partiva dalla cima della montagna e si allungava verso il basso. La poca neve dei giorni scorsi è andata via ovunque tranne che dai sentieri, che sul nero delle rocce spiccavano come vene. Sembravano davvero le radici di un albero, solo che in questo caso le radici erano quelle del cielo, e la montagna la sua terra.

Foto del 4 aprile 2017 - Montagne di Sils-Baselgia, Engadina

13 dicembre - UN MONDO ARGENTATO

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra il mondo era d’argento. C’è un momento preciso fra la notte e il giorno (e viceversa) in cui la luce diventa talmente bianca da diventare densa, cola sulle superfici e trasforma ogni forma in uno specchio. Ogni cosa poi si riflette nell’altra moltiplicandosi all’infinito: mille montagne, miliardi di abeti, mille e mille cieli e così via, fino a quando l’alba riporta tutto alla normalità, e torna il mattino.

Foto del 7 novembre 2020 - Lej da Staz, Engadina

14 dicembre - FIOCCHI DI NEVE SOSPESI

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra ho visto la neve sospesa. L’atmosfera era piena di piccolissimi fiocchi bianchi, tanto leggeri da non riuscire a raggiungere il suolo. Se ne stavano lì, sospesi a mezz’aria, e al minimo soffio di vento si spostavano tutti di qua e poi tutti di là, in gruppo, un po’ come fanno gli uccelli quando stanno per emigrare e chissà magari si stanno davvero preparando per venire da te.

Foto di una delle innumerevoli nevicate, mai uguali - Lago di St. Moritz, Engadina

15 dicembre - L’INFINITO IN UN AGO

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra a terra ho trovato l’infinito. Il manto di neve era ricoperto da tantissimi aghi di larice dorati, e benché nei dintorni non ce ne fossero molti si erano posati tutti alla stessa distanza l’uno dall’altro, senza creare mucchi o zone vuote. Era come se ogni ago avesse trovato il proprio posto nel mondo; un po’ come quando di notte si guarda il cielo stellato e in quell’infinito ci si sente a casa.

Foto del 4 maggio 2017 - Prato di Sils-Baselgia, Engadina

16 dicembre - UN TESSUTO DI MERAVIGLIA

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra il cielo era a strisce. Faceva talmente freddo lassù che le scie di condensa degli aeroplani passati erano rimaste tutte lì, come fili di nuvole che si intrecciavano fra loro come accade quando si fanno i tappeti. Una passava sotto e l’altra sopra, una andava di qua e l’altra di là come se il cielo fosse diventato il più grande telaio del mondo e le nuvole un leggerissimo e soffice tessuto di meraviglia.

Foto del 16 febbraio 2017 - La Patrouille Suisse sorvola il Piz Nair 3’056 msm durante i mondiali di sci a St. Moritz, Engadina

17 dicembre - IL FINESTRINO DEL CIELO

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra ero su un treno. Le montagne scure incorniciavano il cielo, divenuto così un finestrino attraverso cui guardare. Lì dentro le nuvole si muovevano velocemente, ma come accade quando si è in treno ho pensato che magari loro se ne stavano semplicemente ferme immobili al centro del pascolo celeste a godersi la vastità, mentre a viaggiare sul mondo ero io.

Foto del 25 settembre 2017 - Riflesso del cielo sul lago del Lei da Staz, Engadina

18 dicembre - COLAZIONE CON LE MONTAGNE

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra mi sono accorta che il sole era in ritardo. Solitamente entra in casa a un certo orario mentre oggi è arrivato 20 minuti dopo. Ho poi capito che abbassandosi era finito dietro una cima, quindi per sorgere doveva scalare qualche metro in più. In pratica il sole quando sorge disegna sul tavolo della cucina la forma delle montagne, ed è un po’ come se facessimo sempre colazione assieme.

Foto dell’8 aprile 2020- L’alba fra il Piz Muragl 3’157 msm e il Piz Languard 3’261 msm, Engadina

19 dicembre - CIELO ADDORMENTATO

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra non era già più buio ma il panorama dormiva ancora. In quel momento tutto era arancione: il bosco, le montagne, il lago, le case, tutto tranne una cosa sola: una piccola falce di luna bianca si trovava adagiata proprio lassù. Sembrava l’occhio chiuso di un cielo addormentato che sbucava da una gigante coperta arancione di cui tutti facevamo parte rimanendo in silenzio, per non svegliarlo.

Foto del 30 ottobre 2019 - Cime da sinistra a destra: Bellavista Ostgipfel 3’799 m, Bellavista Mittelgipfel Out 3’888 m, Bellavista Mittelgipfel West 3’890 m, Piz Zuppò 3’996 m, Piz Argient 3’945 m, Crast’Agüzza 3’872 m, Piz Bernina 4’048 m, Pizzo Bianco 3’984 m, Engadina

20 dicembre - LAGO PETTINATO

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra ho visto il lago pettinato. Solitamente ha la superficie è un po’ scura e un po’ chiara a causa delle correnti d’aria che fanno andare le onde un po’ di qua e un po’ di là. Oggi invece erano tutte rivolte in un’unica direzione come se fossero state pettinate. Chissà come sarebbe stato essere lì a guardare negli occhi tutte quelle onde e, di conseguenza, lasciarsi osservare da loro.

Foto del 22 giugno 2017 - Sils-Maria, Engadina

21 dicembre - NEVE DI RICORDI

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra fuori stavano proiettando un film. Mi sono vista da bambina andare in bob nel vigneto, poi imparare a sciare, poi i numerosi giri in ciaspole, pelle di foca e le passeggiate con Artù per i boschi in versione invernale. Quando nevica il manto bianco diventa uno schermo del cinema enorme; chissà, forse è di quel colore proprio per permetterci di proiettarci sopra i ricordi.

Foto del 26 marzo 2017 - Sentiero da Blaunca a Maloja, Engadina-Bregaglia

22 dicembre - DISEGNO A MATITA GIGANTE

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra il mondo era stato ricalcato a matita. Il cielo era bianco come la neve e tutto il resto scuro uniforme. I confini non erano più quelle giusti delle cose ma una forma entrava nell’altra grazie allo stesso colore. Le cime innevate si perdevano nel cielo bianco e viceversa, e il bosco e le rocce nere entravano nel lago e viceversa. Sembrava davvero un disegno gigante fatto a matita, chissà da chi.

Foto del 31 dicembre 2018 - Isola, Maloja, Bregaglia

23 dicembre - IL PROFUMO DEL SILENZIO

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra ho sentito il profumo di silenzio. Enormi fiocchi di neve  si stavano adagiando su un suolo già tutto bianco. Si dice che gli odori non si possano descrivere, ma per me quello della neve sa di notti stellate, di risate, di biscotti al burro, di orologi antichi, di luci nel bosco, di ribes rossi, di legno fresco e anche un po’ di te, che come i doni belli della vita quando appaiono riescono a coprire tutti i rumori.

Foto del 23 maggio 2016 - Ponte di legno di Champfèr, Engadina

24 dicembre - LE PIEGHE DEL MISTERO

Caro te, 
stamane quando ho aperto la finestra ho visto un aeroplanino di carta volare sospinto dal suo stesso respiro. Mentre attraversava il paesaggio apparivano sulla sua superficie parole differenti; era come se stesse raccogliendo le storie di ogni istante. Chissà cosa raccontano quelle rimaste nascoste al suo interno, fra le pieghe della carta (e della vita); quel luogo in cui si annida il grande mistero, la forma in grado di farti volare al di là di una finestra, in una notte di luna piena, al suono di una campana di sole.

Buon volo. Buon mistero. Buon Natale.

Grazie a tutti per questo meraviglioso viaggio di 24 giorni passato assieme ❤️🙏.

Foto del 24 dicembre 2017 - Chiesa di San Carlo Borromeo a St. Moritz, Engadina