#SOLSTIZIOINVERNO 2020

Il dipinto #SOLSTIZIOINVERNO 2020 è simbolo di giustizia, di raccolto nutrito con integrità, ospitalità e rispetto. In immobilità apparente, fuoriesce dal tempo per rigenerarsi nell’eternità e tornare scintilla. Ogni credenza superflua svanisce nella notte, ora illuminata dallo sciame luminoso di nuove coscienze e conoscenze: campi ricchi di germogli d’alba.

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Progetto #SOLSTIZIOINVERNO 2020: il 21 dicembre 2020 il solstizio d’inverno ha coinciso con la grande congiunzione di Giove e Saturno, un evento che non si presentava da oltre 800 anni. Per l’occasione ho lanciato un appello chiedendo a chiunque volesse di inviarmi un messaggio vocale contenente il racconto della propria giornata. Sono state 45 le testimonianze ricevute, dal cui ascolto è nata l’opera #SOLSTIZIOINVERNO 2020, acrilico su tela dim. cm 230xh.150.

Il dipinto Solstizio inverno appartiene alla serie #rivoluzioneterrestre: serie di quattro dipinti dedicata al movimento capace di indirizzare lo sviluppo degli eventi verso un futuro migliore. La rivoluzione terrestre rappresenta la possibilità di agire di ogni essere umano nel tempo e nel luogo grazie alle scelte che ogni giorni decide di prendere o di evitare, di cui il racconto biografico condiviso riflette lo spirito regnante attuale. A questa serie appartengono anche Equinozio primavera (vedi il dipinto), Solstizio estate (vedi il dipinto) ed Equinozio autunno (vedi dipinto).

Le ambasciatrici e gli ambasciatori della quotidianità di #SOLSTIZIOINVERNO 2020 sono (in ordine di ascolto):

Giovy, Riccardo, Stefania, Angela, Anna, Barbara, Beniamino, Bruno, Cinzia, Cristina, Luca, Fabiola, Jenny, Raffaella, Silvio, Diego, Rosa, Silvia, Umberto, Monica, Luigi, Sonia, Mirco, Karin, Davide, Giovanni, Samantha, Salvatore, Sandra, Monique, Patrizia, Paolo, Mary, Riccardo, Shendra, Giò, Iris, Dani, Victor, Manuel, Massimo, Edy, Francesca, Luca ed Eliana, a cui va il mio più sentito grazie ❤️.


DETTAGLI DIPINTO


LE TESTIMONIANZE RICEVUTE:

[Giovy] È stata una giornata di luci e ombre, proprio come doveva essere la giornata del solstizio d'inverno. La mattina di Yule io mi sveglio sempre felice perché è il giorno che attendo: è il ritorno alla vita. Mi sono svegliata così e continuavo a guardare fuori dalla finestra in attesa che arrivasse l'alba che è arrivata chiaramente tardissimo; me l’aspettavo un po' più luminosa ma in realtà non lo è stata perché il cielo qui a Carpi è bianco, molto lattigginoso per via del tipico inquinamento da Pianura Padana. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Riccardo] Ho vissuto il mio 21 dicembre 2020 nel segno del ricordo materno. Un mese esatto fa deponevo l'urna cineraria di mia madre al cimitero di Mendrisio, e quel giorno era anche il mio 35esimo compleanno. Essendo giunti al 21 dicembre, giorno del solstizio d'inverno, congiungo l'anniversario del mese col fatto che Madre Natura si concede il riposo per poi rinascere. Mia madre biologicamente dormirà per sempre ma il suo spirito viaggerà mano nella mano con quello del sacro ritmo naturale, perché l'uomo non è fatto solo di carne ed ossa ma anche di spirito e per tanto lei nell'altra dimensione si assocerà alla perenne morte e rinascita del Creato e del sole nella linfa vitale. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Stefania] Questa mattina quando mi sono svegliata mi ha colpito il buio. Un'oscurità insistente, più vicina alla notte che al giorno, ma quando sono uscita di casa mi ha colpito che non ci fosse troppo freddo. A scuola invece mi ha colpito il silenzio dei corridoi al cambio dell'ora. Quella della didattica a distanza è una scuola triste, come sospesa nell'attesa. È cupa tanto quanto le mattine d'inverno. Poi però mi ha colpito il suono del pianoforte sistemato nell'atrio centrale. Ho seguito le note della sonata Al chiaro di luna; ho scoperto che uscivano dalle dita di un collega di filosofia, ed è stato un momento perfetto: fuori dal tempo, dallo spazio, dalle regole, dal silenzio. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Anna] Il mio 21 dicembre è stato uno specchio del significato di questo giorno, del solstizio d'inverno. Un inizio di giornata confuso con diverse commissioni da fare, controvoglia e con poca energia. Sul mezzogiorno qualche cosa è accaduto, ho sentito raggiungermi nuova forza nata dalla voglia di riorganizzarmi per affrontare al meglio questo periodo per me molto intenso. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Barbara] Venivo da una domenica di lacrime di dolore. Il 21 ho attuato un atto di volontà per volger lo sguardo verso la luce e così ho fatto, facendomi presenza nel respiro, nello svolgere anche le più banali azioni quotidiane, che poi tanto banali non sono. Forse le riteniamo banali perché le facciamo in automatico, ma se solo ci si soffermasse, anche solo mentre si apre la macchinetta del caffè, a qualsiasi piccolo gesto, di quanto è importante, già si vivrebbe in un modo diverso. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Beniamino] 21 dicembre 2021: mi sporco le mani e me le lavo, di cosa? Di vita! Ore zero sei: Gayatri mantra Om bhur bhuvah svah, tat savitur varenyam, bhargo devasya dhimahi, dhiyo yo nah prachodayat. O Signore supremo, fulgore e gloria dei tre mondi, ti adoriamo nel vivificante potere contenuto nel sole, contempliamo il tuo splendore e la tua grazia, ti preghiamo: illumina il nostro intelletto. Zero sei e quindici: santo nome di Gesù: Gesù Gesù Gesù. Ore sei e quaranta: pulizie del dentro e del fuori. Ore sette: Gus show! Gus è una pappagalla, dorme con me, ha la cresta dritta già curiosa in prima mattina. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Bruno] Doveva essere una giornata diversa quella del solstizio d'inverno, una giornata breve ma piena di significato, una giornata di luce, la rinascita del mio sole. Quel sole che proprio in questa fase dell'anno, dove abito io, nasce e va presto a nascondersi dietro al colle della montagna di fronte a casa, per rinascere un'altra volta pieno di speranza. Due aurore e due tramonti, uno spettacolo che dura 19 giorni, da sempre. E invece è stata una giornata come le altre, quasi di angoscia, in questo dicembre che non è mai decollato. Una giornata persa, come scrivevo un tempo nei miei diari “quelle con il segno meno”, e ora che ho iniziato a misurare il tempo che mi resta e mi resta da vivere, le giornate con il segno meno non devono più esistere. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Cinzia] Il 21 dicembre è il solstizio dell'inverno e per me è un giorno felice, e soprattutto questa mattina quando ho visto che c'era la nebbiolina, che c'era un po' di pioggerellina, che potevo vedere il cielo tra gli alberi spogli sono stata ancora più contenta perché io sono una che ama un sacco l'inverno. I colori dell'inverno, il freddo che entra nel naso, per tanto mi piace dire per tante volte durante il giorno "oggi è il primo giorno dell’inverno. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Cristina] CRACK: oggi è suonata così la giornata. È stata una di quelle con tutte le sinfonie più celebri, partita con DRIIIIN, quell'escalation che solo la sveglia sa fare. E poi un basso rimbombante TRUUUUUM dal quale si risvegliano i sensi allertati dall'aroma di caffè che si sprigiona nell'aria. La giornata è poi continuata con il tipico ticchettio della tastiera del computer, i cui tasti incessanti portano sempre ad un'immagine di pioggia battente, la quale vive di intramezzi di pause dettati da fugaci giri di mouse. E poi be', la corale ha sempre il suo perché, tra attacchi, crescendo, virtuosismi e falsetti e silenzi. Silenzi brevi, poiché sempre interrotti da correnti di quel vento che imperterrito si insinua tra le vele della nostra barca. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Luca] È un inverno duro, un inverno che forse malaugura, ma un solstizio che ti porta tre doni inaspettati, e questi tre doni inaspettati sono tre prospettive di lavoro in un momento in cui il lavoro è quasi una chimera. Un solstizio in cui l'amico tecnico, psichiatra forense che se ne intende, dice "tu vai avanti per la tua strada, per chi ha perso il lume della ragione tu non puoi fare niente”. Evidentemente è un libro che si apre per uno che forse se ne chiude, o forse non si chiude, semplicemente è da sospendere in attesa di tempi migliori. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio]  

[Fabiola] Per me è stata una giornata veramente strana, proprio diversa dal solito perché passavo da emozioni contrastanti: da felicità a tristezza, da rabbia a tranquillità; ho proprio notato questa cosa anche perché dovevo lavorare alla mattina e non l'ho fatto. Poi ho incontrato un'amica che sarà sai mesi che non vedo e mi ha riempito il cuore; devo ammettere che una bella chiacchierata con lei fa sempre bene, e lì ero veramente felice. Finito quello mi è venuto un velo di tristezza essendo che comunque arriva Natale ed ero un po' stanca e questo mi perseguita un po’. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Jenny ] 21 dicembre 2020: giornata di ritocchi, non personali, non al viso, nel senso che amo fare regali ma soprattutto confezionare pacchettini personalizzati con amore. E dopo avere trovato quello che cercavo mi sono offerta una passeggiata a Locarno, prima in piazza poi su per le stradine verso la città vecchia. Mi sono presa il tempo per osservare le persone che incrociavo. In alcune c'era fretta, nervosismo, in altre serenità negli occhi, in altre ancora un po' di fatica, forse anche sofferenza. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Raffaellla] È stata una giornata particolare perché si chiudeva un ciclo di incontri di lavoro che per la prima volta ho proposto come formatrice e avevo scelto accuratamente ieri come giorno di conclusione. Non tanto perché fosse il giorno del solstizio ma perché l'ho collegato al 21 che è l'ultima carta dei tarocchi e che corrisponde all'universo che ha questo significato di coronamento di un percorso, chiusura di un progetto, la realizzazione di un qualcosa per cui magari stai lavorando, o per il ciclo di vita che in questo momento stai vivendo; sai quando arrivi a una sorta di conclusione e comprensione per poi ripartire verso qualcos'altro. Ed effettivamente mi sono sentita così; l'ho vissuto con una tensione incredibile, un'ansia da prestazione che conosco, che è mia e mi appartiene, per cui per tutta la giornata la mia attenzione era su questo evento che avevo alle otto e mezza di sera. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Silvio] È stato un giorno speciale per me, un giorno in cui ho proprio sentito il bisogno di augurare a tutti che ci potesse portare questo nuovo giorno luce nei nostri cuori. La mattina ho avuto la possibilità di andare a scuola (insegno in una scuola), e ho parlato ai ragazzi del problema dell'inquinamento e quindi di quello che sto facendo insieme ad altre persone per questa cosa qua, quindi come poter ridurre l'inquinamento. Ho visto proprio che i ragazzi sono stati molto ricettivi da questo punto di vista, è un tema a loro sensibile. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Diego] 21 dicembre, data interessante, il giorno più corto dell'anno. Solstizio d'inverno, dove c'è meno luce, quindi mi sveglio al buio, ormai a quell'ora è buio, buio che in fondo ha un'assonanza con buoi. Buoi, animali potenti, animali lavoratori. Buoi, buio. Difatti anche nel mondo agrario si dice "mettere la stalla davanti ai buoi” per nascondere questi buoi, penso io, per nascondere questo buio che il buio ha sempre fatto paura. Ma so che arriverà la luce! Mi alzo e come tutte le mattine una lotta intestina, nel senso proprio della parola visto che bisogna na in gabinét (andare al gabinetto ndr) per poi pesarsi dopo visto che si guadagnano quei due-trecento grammi; sarà più o meno così ma non l'ho mai pesata e non lo farò mai. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio]  

[Rosa] Mi sono alzata un po' nervosa. Poi mi sono preparata e sono partita per andare a lavorare. Arrivata al lavoro mi sono trovata la sorpresa di una mia collega, che già mi aveva dato una pugnalata, e ne ho ricevuta una seconda. Alla prima pugnalata soffrii moltissimo, alla seconda ho pensato che me la sarei potuta aspettare e quindi ci sono rimasta male, però non mi ha toccato più di tanto. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Silvia] È stata una giornata interessante, ieri. Era partita con l'intenzione di spegnere il cervello e dedicarmi una giornata di vacanza mentale dalle solite preoccupazioni, e invece è andata esattamente all'opposto perché il cervello continuava a produrre roba. La svolta interessante è stata la telefonata che mi ha fatto una cara amica che sento poco. È alle prese con delle problematiche di salute che continuano ad essere presenti nella sua vita e dedicarmi ad ascoltarla, dedicare tempo a lei, mi ha fatto scoprire che lei aveva le soluzioni per le questioni che turbinavano nella mia testa. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Umberto] Oggi mi sento più fragile. Alzarsi con il proprio caffè della giornata, assaporare il gusto; annuso la tazzina fumante. Ricordo il sogno di questa notte. Adulto o ragazzo non lo so, ero io e un'altra persona su un Ciao truccato; sempre borderline. Si viaggiava velocemente superando le auto ferme in colonna; stavamo viaggiando senza una meta. I sogni superano le regole del reale. Rifletto sul sogno e vorrei plasmare questo momento difficile per tutti. Vorrei ingabbiare le nostre fragilità in un pensiero nella mia mente, comprimerlo con tutta la mia forza fisica e poi continuando con strumenti meccanici, richiudere il tutto e sotterrarlo nel più profondo. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Monica] Non dormo, perché? Meglio che mi alzi. Sono sofferente da un po' di mesi, un dolore atroce mi trafigge, non solo la mia anima: gli ossi, i muscoli, gli occhi, le braccia. Il mio respiro è affannoso dall'angoscia e con la testa non riesco che a pensare a nient'altro che a gennaio. Il pensiero che fra poco sarà Natale non mi rende più felice forse per questa sensazione di desolazione o solitudine che non mi permette di vedere le cose con una prospettiva di benessere e piacere, come se fossimo in una stanza in penombra e tutto appare fosco e velato e mai chiaro, limpido, rendendomi ancor più solitaria e schiva con i miei pensieri e spossata nel fare le cose che normalmente si dovrebbero fare, e insofferente. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Luigi] Be' Giada, hai avuto una bellissima idea, questa idea di celebrare il solstizio d'inverno, il 21 di dicembre. Il solstizio è praticamente agli antipodi del mio compleanno che è il 21 giugno, quindi mi trovo a metà del mio anno e da domani le giornate si faranno più lunghe e vivrò proprio un crescendo in vista del mio compleanno. E questo è proprio quello che ho scritto questa mattina a una mia cara amica, praticamente la mia gemella perché è nata lo stesso giorno, come me il 21 giugno. Ogni anno celebriamo assieme anche se viviamo distanti il giorno più lungo e il giorno più corto dell'anno. Siamo uniti proprio da questo simbolo del 21, da questo simbolo del solstizio invernale ed estivo. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Sonia] Il 21 dicembre mi sono svegliata con una sensazione di leggera angoscia per il lavoro; mi capita spesso, e da troppo tempo. Poi penso che con tutto quello che sta succedendo in questo periodo dovrei sentirmi in colpa nel provare sensazioni del genere. Ma il lavoro è comunque una parte importante della vita, e non sentire riconosciuto il proprio impegno non è gradevole, soprattutto se unito alla paura di perdere l'impiego. Ho lavorato solo al mattino, ho anche seguito un corso sulla privacy che mi ha fatto pensare a quanti dati di noi restano depositati nella rete e nei canali di marketing. Viviamo collegati a database che ci legittimano ad esistere solo in quanto a consumatori, quindi è un sollievo, adesso, potermi dedicare a questa riflessione che è un modo per riprendermi del tempo, di prestare attenzione alla mia giornata e condividerla con altre persone. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Mirco] La mia giornata è iniziata con il pensiero che davvero mancano pochissimi giorni al Natale. È vero che il periodo che stiamo vivendo non è dei migliori ma in me il clima natalizio crea spensieratezza ed allegria. Dopo essermi svegliato ed aver avuto il pensiero del Natale ho fatto un po' di pulizie con in sottofondo le musiche di Natale. In me tali melodie creano leggerezza ed è ciò che ogni tanto abbiamo bisogno soprattutto in questo anno ahimè molto particolare. Durante la fine della mattinata mi sono dedicato agli ultimi regali; uscendo sul mezzogiorno ho trovato meno persone in giro, e fare regali in me crea felicità in quanto è un piacere fare pensieri a persone alle quali si vogliono bene. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Karin] Sì ieri è stato molto bello perché ho preso dall'aeroporto di Bergamo mio figlio che stava tornando a casa per Natale dall'Olanda, ed era bello perché da un lato mi sentivo un po' clandestina e mi piaceva questo sentimento di poter andare in Italia anche se ho dovuto fare l'auto dichiarazione, era un pochino avventuroso. L'ho preso all'aeroporto ed è stato strano perché non ci siamo visti dall'estate; lui non ha vissuto da me nell'ultimo tempo, io e suo papà siamo separati da tanto tanto tempo. A me viene sempre un pochino un dolore quando lui dice che preferisce stare e dormire a casa di suo papà con la compagna e la sua famiglia, ma è proprio il mio lavoro di non prendere queste cose sul personale e di non fare delle résumé che sono di seconda fila ma di accettare le cose come sono, sentire la nostra relazione, la nostra connessione e il nostro amore e di accettare questo. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio]  

[Davide] Il solstizio d'inverno per me quest'anno corrisponde all'ultimo giorno delle ferie, quindi c'è un po' di stress nella preparazione del primo turno del giorno seguente perché comunque, lavorando nell'ambito dei trasporti pubblici, c'è stato il cambio d'orario che io non ho ancora vissuto quindi cambiano tutti i turni, bisogna verificarlo bene, essere sicuro di quello che si sta facendo e tutte queste cose. Poi, essendo molto metereopatico, sono un po' in una giornata che non so definire il mio... come mi sento, perché soffro tanto questa meteo molto scura, con poco sole, la soffro abbastanza, quindi è una giornata in cui non mi sento al cento per cento emotivamente. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Giovanni] È una cosa un po' banale dire che per me era importante, perché da adesso in avanti le giornate avranno più luce. Però per me la luce è importante, sono spaventato dal buio che c'è stato in questo inverno, che c'è ancora adesso con questa umidità che ti avvolge le ossa in una maniera totale. Tutto il mese di dicembre è stato così, siamo bombardati da queste notizie negative e c'è bisogno di luce, tanta luce. Allo stesso tempo, va be', il sentimento che c'è adesso è quello di essere un pochino imprigionato, soffocato; non mi sarei mai aspettato una situazione del genere, io che sono comunque uno spirito libero. Sono abbastanza emozionato a parlare di questa cosa perché comunque questa situazione ci ha fatto sentire piccoli e impotenti, però, torniamo alla luce, è un momento di svolta importante. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Samantha] Ieri malgrado il cielo grigio è stata una giornata sicuramente positiva. È vero che ieri mattina è stata dura tirarsi fuori dal letto alle sette e mezza; sarei rimasta volentieri sotto le coperte ma avevo promesso a mio marito di accompagnarlo al lavoro e alla fine quando son tornata a casa mi sono ritirata sotto le coperte al calduccio ancora per un'oretta prima di andare ad accendere il computer, con una bella tazza di caffè al caramello. Come al solito ero un po' stressata durante la prima lezione del mattino, ma poi alla fine tutto è andato per il meglio ed ho augurato buone feste alla mia allieva. Sono sempre un po' stressata con lei perché è una persona molto esigente che non esita a dirmi se qualcosa non le interessa o non le piace, e in più il fatto di insegnare attraverso uno schermo non mi facilita il compito e devo sempre preparare tutto prima per evitare di vivere dei momenti di solitudine a causa dei problemi tecnici o di passare troppo tempo a cercare i documenti. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Salvatore] Fermo, immobile il mio tempo. Guardo le lancette dell'orologio che corrono lente, è uno scandire il ritmo di giornate che si somigliano, si confondono, alternando la gioia al dolore, la speranza alla rassegnazione. Schiavo del mio tempo guardo le luci di un Natale che non è Natale, l'atmosfera della festa è intrisa di solitudine, di pranzi consumati in fretta, di partite non giocate. Mi lascio accarezzare dai libri, compagni fedeli di un viaggio che non ha destinazione finale ma solo tappe di un percorso che i ricordi rendono a colori. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Sandra] L'emozione che ho provato il 21 è stata questa. Vedevo questa atmosfera molto incerta, molto insicura nell'aria, o che veniva trasmessa dalla gente che conosco, i miei clienti, questa incertezza, questa paura, questa angoscia e me la sono sentita proprio addosso. Per strada l'emozione che provavo quel giorno è stato il traffico, le colonne, la macchina, la gente che correva all'impazzata nei negozi, le colonne davanti ai negozi, la gente frenetica ma io, io mi sono sentita non bene, come un vuoto, come se io fossi in un altro mondo, in un'altra prospettiva; mi vedevo come io che guardavo un film. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Monique] È tardissimo, è l'una e un quarto di notte ed è il 22 dicembre. Quindi, io mi sono svegliata questa mattina con questa idea, che è la prima cosa che ho letto "congiunzione Giove-Saturno", che arriva ogni 800 anni. Meraviglioso, perché io ho sempre pensato che il solstizio d'inverno in realtà fosse l'inizio dell'estate perché aumenta un minuto al giorno la luce. In realtà ho saputo che è già dal 13 di dicembre che le giornate si sono allungate, ed abbiamo già preso 10 minuti: spettacolare! Infatti questa sera c'era un cielo bellissimo. Io sulla base di questo sono partita abbastanza carica devo dire, anche se mi sono svegliata con una tonalità di grigio perché quando mi sveglio la mattina penso sempre "Madonna cosa stiamo vivendo"... poi dopo un po' mi passa perché c'ho da fare un sacco di cose. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio]  

[Patrizia] In questo solstizio d'inverno, giornata più corta dell'anno e notte più lunga dell'anno, ho voluto fare il minimo indispensabile. Sono andata a lavorare ma mi sono concentrata molto ad osservare ciò che mi ruotava attorno. Ho notato un cielo molto nuvoloso e grigio, delle persone molto silenziose e alla sera ho voluto osservare il cielo finché ho trovato una specie di punto luminoso che voglio credere sia stato la rappresentazione della grande congiunzione, e ho fatto pure una passeggiata sul lago per veder riflessa la luna nell'acqua ed era veramente, estremamente luminosa. A fine giornata e a fine riflessione, quello che è affiorato sono delle domande, e queste domande cercano ancora una risposta. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio]  

[Paolo] Sono qua per raccontarti la mia giornata di ieri. Lo faccio mentre già sto di nuovo guidando verso il cantiere. Sì infatti ieri di nuovo lunedì, di nuovo un giorno lavorativo e come tutte le mie mattinate solite, il mio bel caffè mattutino preparandomi per la settimana, che cosa buona per me la domenica riesco ad eliminare tutti i miei pensieri da lavoro e al lunedì, come tutte le mattine di solito comunque al lunedì specialmente, già me ne accorgo proprio da solo già mentre prendo il caffè: i miei pensieri vanno sul lavoro, sui vari fronti da riorganizzare o proseguire come sono. Comunque mi parte già subito la mente per il lavoro e questo mi dà una bella carica, infatti non mi pesa proprio niente alzarmi presto al mattino e via, e mi piace arrivare presto in cantiere proprio per questo motivo. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio]  

[Mary] Mi sono alzata, ho fatto colazione, mi sono preparata per andare al lavoro. Sono arrivata al lavoro un attimo prima, mi son preparata perché sapevo che sarebbe stata una giornata impegnativa ed è stata una giornata bella intensa, bella impegnativa, e c'è stato parecchio lavoro però è stata una giornata che ho vissuto in maniera tranquilla e serena anche se sotto pressione. A pranzo sono stata dall’estetista. In ufficio ho trovato freddo, forse per via del week-end che non so se hanno abbassato la temperatura, o forse era spento poi al lunedì riaccendono, e il caldino dell'estetista mi sono addormentata, mi son proprio rilassata, al pomeriggio ero bella rilassata. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Riccardo] Oggi era il 21 dicembre, una giornata apparentemente come tutte le altre, e invece no. Da un po' di tempo a questa parte cerco di vivere la giornata cercando di trarre tutte le cose positive che questa giornata mi offre. La prima cosa cosa che ho fatto è stato aprire la finestrella dell'avvento e mi son sentito bambino; mi son sentito come quando mia madre mi portava la colazione a letto, mi preparava pane, burro, marmellata, l'odore del caffè latte, l'odore del caffè, la schiuma del cappuccino; tutte queste sensazioni, queste emozioni che stiamo perdendo. In realtà in questo periodo dove tutto sembra fermarsi, forse riscopriamo o cerchiamo di riscoprire un po' tutte queste sensazioni che con la frenesia del tempo, la frenesia del lavoro, lo stress del lavoro, non ci accorgiamo nemmeno più di avere, ed è peccato perché è come la magia del Natale. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Shendra] Mi chiamo Shendra Stucki e sono a Huachaca, la Costa Chica, è un paesino che si chiama Jano Grande, vicino a Pinotepa Nacional, a quattro ore da Acapulco e a due da Puerto Escondido. Fa caldo però non è quel caldo torrido, si sta benissimo e non ci sono scorpioni in giro. Ci siamo svegliati abbastanza presto e avevamo l'intenzione di andare a Massunte che è un golfo dove la gente sta sdraiata nel mare a fare le sirene, diciamo, qui invece è mare aperto ed è molto più pericoloso inoltrarsi nell'acqua. E nulla, sentimento contrastato perché comunque dovevamo andare lì perché avrei voluto molto vedere però ci volevano tante ore, e quindi niente. Sono nel pre-mestruo, però un pre-mestruo strano perché comunque non arrivano, non ho colicos, non ho dolori e questo mi fa stare un po' così, soprappensiero perché normalmente lo sento tanto e forse è perché sono qui in vacanza che non lo sento e il mare ha bloccato un po' le ovaie, chi lo sa. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Giò] La mia giornata oggi la vedo nuvolosa perché oggi in Ticino ci sono delle nuvole basse che mangiano proprio le montagne, perché con le montagne innevate non capisci dove finisce la montagna e dove inizia la nuvola. In tutta questa nuvolosa giornata sto girando come una trottola perché alla fine, sto girando veramente come una trottola per raggiungere tutti i vari clienti, e questo comunque ti fa usare tanta energia perché essendo appena uscito dal Covid, sono uscito da cinque giorni e comunque sento una grande stanchezza addosso che cerca di tirati giù, che cerca di fermarti, però non puoi neanche fermarti perché la cosa difficile è stata passare dieci giorni in circa undici metri quadrati, dove i passi che facevo erano pochissimi, a giornate come ieri, come oggi, dove farò dieci/quindici chilometri a piedi, una cosa così, e quindi la differenza la senti tantissimo sulle gambe, sui muscoli, su tutto. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Iris] Oggi è il solstizio d'inverno per appunto, le giornate da questo momento in poi si allungano di nuovo e tutto continua in un ritmo incessante dell'universo e del nostro mondo in attesa della primavera. Subito al mattino la mia attenzione viene catturata da questa ennesima notizia negativa sul virus. Sto facendo uno sforzo immane per non far salire la paura. In questo giorno la natura si presenta avvolta da una fitta nebbia, e anche se di solito mi piace, oggi si aggiunge alla pesantezza che investe il mio corpo e la mia anima. Mentre mi dedico alle cosine da fare quotidianamente, per fortuna i miei pensieri riescono a convertirsi in un'aspettativa riguardo proprio questa giornata. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Dani] Questa mattina era il mio primo giorno di mezza giornata di riposo diciamo così, ho lavorato nel pomeriggio, e mi sono svegliata con un'agitazione molto forte per un accaduto al lavoro. La pancia mi tremava come se stesse accadendo qualche cosa di non giusto, di sbagliato, ed ero molto in tensione e agitazione fino a che non ricevevo una risposta. Capivo che era la mia mente che mi faceva fare tutto questo, quindi mi sono messa a fare Qi-gong, che è una tecnica di meditazione, per espanderti nell'universo, poi lasciare andare, e poi con l'inspiro portare l'universo dentro e calmare. In questo modo ho calmato i miei pensieri nonostante conosco il meccanismo e so che la mente a volte mente e ci fa pensare a delle cose che poi mai accadranno e ci fa venire delle ansie, ogni tanto succede. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Victor] È difficile onestamente fermarsi un attimo e ritrovare i pensieri in questi giorni prenatalizi, anche perché appunto mi trovo in un momento che sto lavorando a un lavoro che mi preme e dove ti trovi a confrontarti con ostacoli interni che remano contro, un po' il problema della pagina bianca. Poi da una parte dono un gran procrastinatore e non va a braccetto con il lavoro che faccio ma vivo di questi ostacoli che spesso e volentieri diventano ansie che ti portano via, che ti risucchiano, che ti mettono molto in difficoltà soprattutto quando devi consegnare un lavoro e speri che possa piacere al cliente, e in tutto questo uno deve ritrovarcisi. Nonostante questa negatività o questo buio che spesso mi pervade perché è una continua ricerca ed è un domandarsi perché faccio quello che faccio. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Manuel] Oggi è il 21 dicembre. È passata quasi una settimana dal giorno del mio compleanno; il 16 dicembre ho fatto 35 anni e ragazzi, questa settimana è volata, non mi sono neanche accorto di aver fatto gli anni. Il tempo vola, troppi impegni, troppe scadenze, impegni inderogabili che insomma non hai tanta voglia di fare ma si ammassano e si ripresentano tutti nello stesso momento, ok?, e il Natale sicuramente non aiuta. Dirò una banalità: il tempo passa velocemente però io non sono una di quelle persone che si sveglia al giorno del suo compleanno, si guarda allo specchio e dice "oddio come sono vecchio, oddio ho sprecato gli anni della mia vita", quello no assolutamente anzi, è da tre anni che cerco in tutti i modi di vivere, ok? Di Vivere con la V maiuscola facendo ciò che più amo, l'operatore olistico. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio]  

[Massimo] È stata una giornata interessante, come d'altronde quasi tutte, ma visto che mi hai chiesto di focalizzarmi soprattutto sulla parte emotiva, c'è stata la differente, come dire, una variazione nel giramento di scatole, ecco. Quindi questa bipolarità tra il piacere delle cose naturali, che ovviamente qua dove abito io a Firenze, viene un po' smorzata la bellezza della natura all'interno della città, e questa bellezza che poi appariva guardando lo stupendo sole che c'era in cielo, mentre durante le commissioni varie della giornata sono avvenuti i giramenti di scatole per alcune cose che non hanno funzionato al meglio, e quindi hanno portato anche degli scatti, un po' di stizza, cosa che mi accade raramente ma in questa giornata sono apparsi. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Edy] Questa mattina, dopo che mi sono svegliato in un normalissimo risveglio mi sono recato a scuola, dove al lavoro purtroppo il custode della scuola dove sono Direttore mi ha comunicato di aver perso il fratello, quindi mi ha poi detto di non sentirsi bene e di voler andare a casa. Ecco la giornata è cominciata così, un po' sottotono. La mattinata è poi continuata fra un sorriso e la gentilezza e la cortesia dei bambini presenti a scuola. A metà mattinata mi sono recato in municipio dove ho svolto le pratiche amministrative quotidiane e dove ho avuto modo come tutte le mattine di scambiare due parole col segretario comunale. Al rientro, nella seconda metà della mattinata, dopo le 10, ho bevuto la mia cioccolata, cosa che ultimamente faccio regolarmente, e ho fatto un giro dello stabile, giro naturalmente in sostituzione del custode che ormai era andato a casa da un paio d'ore. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Francesca] La sveglia presto, ancora prima delle sei, poi in una routine tutta uguale di tutte mattine di corsa verso la bici che mi porta in stazione. E poi quel viaggio in treno, su un treno silenzioso, dove arrivo a Bellinzona. È una mattinata un po' diversa perché profuma di quel caffè che poi per un mese non si potrà più bere. E quindi con là un'altra bici scendo in città, mi siedo al solito caffè, lo comando, faccio due parole col gerente e poi riparto verso l'ufficio, felice. Sono fortunata ho un lavoro che mi piace. Il lavoro scorre veloce, la mattinata, la pausa pranzo ormai consumata anche quella in ufficio. Poche chiacchiere con i colleghi, ormai è un periodo così, tutti un po' sulle sue, tutti un po' rinchiusi nei propri spazi, da soli. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio]  

[Luca] Nei meandri dell'infanzia il ricordo di un almanacco, l'almanacco di Titti e Silvestro che ogni mese iniziava con una presentazione diversa del mese, e diceva: il 21 dicembre comincia l'inverno, fa freddo, c'è il gelo, che tristezza. È davvero così brutto dicembre? No, tanto per cominciare arriva Natale, ci sono dei preamboli a un anno nuovo, arrivano anche i giocattoli perché si era bambini, dopotutto dicembre può essere un gran bel mese no? Credo che un 21 dicembre come questo debba per forza essere visto come un freddo a preambolo gioioso di qualcosa. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio] 

[Eliana] Ventuno, dodici. Parto dalla luce poiché oggi sono il suo opposto. Osservo il suo principio e ne leggo il suo contrario. Nell'oscura visione, a occhi serrati, scelgo di non avere paura. Mi abbandono alla danza di scintille colorate, minuscole e sparpagliate, che nel loro fervente sfavillio rivestono l'oscuro manto di infinite possibilità di desideri esaudibili, e inesauribili. Penso, quindi chiedo e desidero. Voglio che nella nostra terra si viva lo spazio della nuova intenzione, che si parta da ieri sapendo che il buio oggi può far creare il domani migliore. Che ci si possa rinnovare dalla nuova congiunzione. Che la mancanza si trasformi in abbondanza. Che la voce e il suono possano destituire la barriera che non fa respirare. [Continua ad ascoltare la sua voce nel file audio]  

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