Hopscotch, ovvero il gioco della campana o del mondo

In inglese lo chiamano Hopscotch, mentre da noi è più conosciuto come il gioco del mondo o della campana. Questo quadro l'ho voluto chiamare così perché nel mio caso la campana è suonata davvero: il mondo chiama, devo andare. Via. Via di lì, da quel posto, ma solo perché mi è impossibile impacchettarlo e portarlo con me. Vuoi mettere? Esistono pochi luoghi simili, piccoli gioielli la cui luce arriva non solo lontano, ma soprattutto dove deve arrivare. Temevo il momento in cui avrei appoggiato il pennello, e invece mi son ritrovata a sorridere con gran serenità e pensare che nulla è più giusto di ciò che sta accadendo, compreso lasciare posti e persone a cui voglio bene, piccoli gioielli ognuno di loro. E niente, questa quindi è l'ultima opera realizzata a Ligornetto, in acrilico e pastelli a olio (novità dovuta all'influenza di una mostra di Basquiat appena visitata ;-)), nelle solite dimensioni di cm 310x160. La prossima la realizzerò in Engadina ma ci vorranno ancora un paio di mesetti, visto che l'atelier me lo daranno in febbraio ma fino al 20 sarò occupata con i mondiali di sci. E quindi bye bye Ligornetto: grazie per avermi permesso di accedere all'apertura a cui porta il grande formato, ma soprattutto grazie a coloro che mi hanno permesso di vivere tutto ciò: per sempre nel cuore. 

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