#solstizioestate: raccontami in un messaggio vocale il tuo 21 giugno 2021

La #rivoluzioneterrestre prosegue, nel suo compiersi e nel suo manifestarsi. Dopo #solstizioinverno 2020 ed #equinozioprimavera 2021, eccoci giunti alla terza tappa dedicata a #solstizioestate 2021 a cui potete partecipare. È sufficiente inviarmi un messaggio vocale in cui mi raccontate qualche cosa di voi accaduto, percepito, pensato, notato, colto, ballato o assaporato il 21 giugno 2021. Ascoltando le testimonianze ricevute mi lascerò ispirare nella creazione di un dipinto testimone d’incontro, autenticità, vita e condivisone, un modo per immortalare su tela la biografia dell’umanità.

Il messaggio può essere inviato dal 21 al 27 giugno 2021. Il numero di telefono a cui inoltrarlo è lo +41793136659 (è un numero svizzero, se siete all’estero e usate Whatsapp o Telegram non pagate nulla, mi trovate come Giada Bianchi Art). Oppure potete anche allegarlo a un e-mail indirizzato a info@giada.ch. Chiedo per cortesia se possibile di registrare l’audio in un posto riparato dal vento e non in auto con i finestrini aperti.

I messaggi, oltre che a ispirarmi nella stesura del dipinto, verranno in seguito pubblicati sui miei profili social accompagnati dal nome; se qualcuno dovesse preferire la forma anonima è sufficiente avvisarmi.

Concetto #rivoluzioneterrestre: la rivoluzione terrestre rappresenta il moto del nostro pianeta attorno al sole, ma la rivoluzione è anche quel movimento radicale capace di indirizzare lo sviluppo degli eventi verso un futuro migliore. In una società intrisa di performance ed esposizioni in cerca di ammirazione costante, tornare al racconto biografico autentico può rappresentare una nuova rivoluzione terrestre. Essere presenti a sé stessi permette di esserlo in qualsiasi relazione, compresa quella con la propria coscienza, il sole interiore attorno cui si gravita ogni giorno, e di effettuare scelte responsabili, ponderate, volute e libere. La #rivoluzioneterrestre siamo noi nel tempo e nel luogo, di cui il racconto biografico condiviso diviene potente riflesso dello spirito universale.

A questa collezione appartengono #soltizioinverno, #equinozioprimavera, #solstizioestate (verrà realizzato grazie a questa call) #equinozioautunno (l’appello avverrà il 22 settembre).

Vi ringrazio già sin d’ora per quanto potrete fare, partecipando, ascoltando, accogliendo o condividendo l’appello ❤️.

Un caro saluto e a presto.

Giada

#equinozioprimavera

#equinozioprimavera

#solstizioinverno

#solstizioinverno

#equinozioprimavera: raccontami in un messaggio vocale il tuo 20 marzo 2021

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Eccoci arrivati al secondo appuntamento degli appelli legati alla #rivoluzioneterrestre. Il 21 dicembre scorso ho iniziato questo progetto con #solstizioinverno 2020, da cui ne è nato il relativo dipinto. Come sapete il mio lavoro si basa sull’ascolto, la condivisione e la trasmissione orale; ecco perché vi chiedo di mandarmi la vostra testimonianza in forma di messaggio vocale, in modo che poi io la possa ascoltare e riportare su tela in quella che alla fine diventerà un intreccio di racconti, vite, emozioni, unicità e autenticità condivise: un’opera di #artenarrativa.

Sabato prossimo, il 20 marzo, sarà il giorno dell’equinozio di primavera, e mi piacerebbe ricevere da parte vostra delle suggestioni, un racconto, un pensiero, una sensazione o anche solo un gesto, un qualche cosa di voi stessi inseriti in quel giorno. Ascoltando le testimonianze ricevute creerò il dipinto #equinozioprimavera 2021.

Il messaggio può essere inviato dal 20 al 25 marzo. Il numero di telefono a cui inviarlo è lo +41793136659 (è un numero svizzero, se usate Whatsapp o Telegram non pagate nulla, mi trovate come Giada Bianchi Art). Oppure potete anche allegarlo a un e-mail indirizzato a info@giada.ch. Chiedo per cortesia se possibile di registrare l’audio senza rumori, vento o musiche di sottofondo.

I messaggi, oltre che a ispirarmi nella stesura del dipinto, verranno in seguito pubblicati sui miei profili social accompagnati dal nome; se qualcuno dovesse preferire la forma anonima è sufficiente avvisarmi.

Come vi dicevo in principio, il dipinto #equinozioprimavera appartiene sia alla serie della #quotidianità che a quella della #rivoluzioneterrestre; ecco cosa intendo.

Concetto #rivoluzioneterrestre: la rivoluzione terrestre rappresenta il moto del nostro pianeta attorno al sole, ma la rivoluzione è anche quel movimento radicale capace di indirizzare lo sviluppo degli eventi verso un futuro migliore. In una società intrisa di performance ed esposizioni in cerca di ammirazione costante, reputo che tornare al racconto biografico autentico possa rappresentare una nuova #rivoluzioneterrestre. Essere presenti a sé stessi permette di esserlo in qualsiasi relazione, compresa quella con la propria coscienza, il sole interiore attorno cui si gravita ogni giorno, e di effettuare scelte responsabili, ponderate, volute. In pratica la #rivoluzioneterrestre siamo noi nel tempo, di cui il racconto biografico condiviso e intrecciato ne è un potente riflesso.

Concetto quotidianità: la quotidianità è il luogo in cui si risiede, laddove l’unicità di ogni individuo si può manifestare e costruire nell’incontro e nella relazione, sia con sé stessi che con l’altro e col mondo, il tutto immerso nella densità di un tempo apparentemente immobile nel suo continuo mutare. Chiedendo alle persone di raccontarmi una loro giornata cerco di imprimere su tela questo gesto comune: una quotidianità collettiva da cui è possibile scorgere il volto della biografia dell’umanità.

Vi ringrazio già sin d’ora per quanto potrete fare, partecipando, ascoltando, accogliendo o condividendo l’appello ❤️.

Un caro saluto e a presto.

Giada

#solstizioinverno, acrilico su tela dim. cm 230xh.150

#solstizioinverno, acrilico su tela dim. cm 230xh.150


[#artenarrativa] Ciò che resta su tela non è il mare ma un approdo

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[#artenarrativa] Quando ascolto una testimonianza la osservo mettendo in pausa l’immaginazione, creando una sorta di vuoto visivo o meglio, tenendo gli occhi bene aperti ma con il il punto di messa a fuoco (che poi non è proprio un punto ma sono milioni) posto altrove.

Lascio vagare il racconto per l’atelier, nel corpo, tra le sensazioni, fra il tempo, sulla tela, in un orizzonte senza riferimenti affinché possa infine manifestare il suo, di panorama. Poi accade un po’ come con l’alta marea quando si ritira: sulla spiaggia appaiono conchiglie, sassi, alghe e sabbie e animaletti e cose e riflessi e profumi.

Ciò che resa non è il mare ma un approdo, un’impronta del nostro camminare per il vasto oceano della vita. Ecco ciò che cerco di rappresentare nei miei lavori di #artenarrativa: la biografia dell’umanità nel suo perpetuo ondeggiare.

Dal #solstizioinverno2020 il senso della foresta

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Dall’opera #solstizioinverno2020 è spuntata una foresta. Non che abbia fisicamente disegnato alberi ma ne ho percepito fortemente il senso; un insieme capace di creare vastità, brezza, protezione, solidità, ossigeno ma, soprattutto, di crescere. Mentre lavoravo al progetto lanciato in agosto sulla quotidianità ho cominciato a intuire questo potere ma ancora non riuscivo a coglierlo; invece in questi giorni in cui sto lavorando al nuovo dipinto questa presenza ha cominciato a definirsi da sé, a spuntarmi attorno e a manifestarsi chiaramente, inglobandomi. 

Il 21 dicembre ho chiesto alle persone di raccontarmi la loro giornata tramite messaggio vocale che poi io, ascoltando, sto riportando in qualche modo su tela; un modo per immortalare la biografia dell’umanità nel suo compiersi quotidiano. Nei messaggi si parla di pianti, speranze, scazzi, addii, credo, Egitto, musiche, amori eterni, bancomat, progetti nuovi e accantonati, paure, caffè, confusione, solitudini, pappagalli, semi di mela, generosità, amici, aspettative, maglioni di lana, grissini, rumori, famiglia e molto altro, e questo solo negli undici messaggi ascoltati fino ad ora. Me ne restano ancora 34 per completare #solstizioinverno2020; un mondo intero, una foresta gigante in un giorno solo.

La foresta di cui parlo è il senso di appartenenza rivolto sia verso l’insieme degli esseri umani che verso la vita, perché quando ascolto le storie altrui ritrovo la mia e accoglierla significa piantarla, farla germogliare, permetterle di ancorarsi scendendo nella terra che è fonte di nutrimento ma anche luogo di intrecci; avete mai visto degli alberi sradicati dal vento? Le radici formano un insieme unico, non si riesce a distinguere a quale albero appartengano, e la medesima sensazione la si ritrova quando si alzano gli occhi al cielo dove una rete di rami infinita ne trattiene l’immensità. Ecco, quando dipingo sento quella cosa lì, quel noi composto da singole unicità, quella foresta creata da alberi il cui insieme diviene un ponte straordinariamente vivo e pulsante che collega terra e cielo.

Il senso di appartenenza parte dal sé per poi trascenderlo; è una forza più grande, un’entità che diviene tensione e intenzione e cura; cura di ogni elemento che la compone e da cui scaturisce un sentimento di responsabilità verso l’insieme, verso appunto la foresta. Vederla e sentire di farne parte non significa amare ogni sua manifestazione; le foreste non sono facili per nessuno da abitare, lo raccontano anche le fate e i folletti figuriamoci per noi che non sappiamo nemmeno più come si fa, ma credo che recuperare quella sensazione e trasformarla in direzione possa oggi aiutarci a dargli un nuovo significato, un senso migliore, più fertile.

Termino il mio pensiero lasciando il link in cui potete ascoltare le prime 11 testimonianze, link che verrà aggiornato quotidianamente con i racconti che troveranno man mano spazio su tela: clicca qui.

Grazie per l’ascolto dato e che saprete dare, e che foresta sia(mo).

Il giorno prima di iniziare #solstizio d'inverno 2020

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Non so se è un modo, forse uno stato, soprattutto una tensione. Me ne accorgo già qualche giorno prima. La sento arrivare, da lontano, e il suo avvicinarsi coincide con una sorta di sintonizzazione; come un dito posto su una corda di violino quando incontra l’archetto alla ricerca di una nota che diverrà armonia.

Probabilmente è sì un modo, anche uno stato, ma resta soprattutto una tensione. Generalmente pulisco, ordino, allineo ma in modo diverso, come a cercare la giusta combinazione; l’incastro corretto; l’equilibrio. Cambio anche prodotti, profumi, cibi, gesti, rituali, passeggiate, caffè, musiche, parole, pensieri, libri. Velocità. E densità. D e n s i t à. Affinché così: semplicemente accada.

Perché poi accade che quel modo, stato e armonia diventano modostatoarmoniaedipiù. In pratica ci sarà entusiasmo, gioia, stanchezza, rabbia, frustrazione, amore, gratitudine, commozione, stupore, meraviglia, notti insonni, pensieri vasti, voli in picchiata, tunnel da scoprire, germogli da proteggere, foreste da attraversare, nuvole a cui consegnare, pelle da sfilare, occhi da guadare ma soprattutto stelle da seguire, e ascoltare, e intrecciare, e lasciar cadere, ed esprimere. Desideri (accento a scelta)?

Solo per dire che domani inizierò un nuovo dipinto, che sarà un modo e anche Stato ma soprattutto una tensione verso l’armonia, l’intenzione naturale a cui tendono le relazioni quando nascono dalla condivisione, dalla presenza, dalla genuinità e dal racconto del proprio mondo, nel mondo e per il mondo, che in fondo è l’unico che abbiamo: di mo(n)do.

Intervista andata in onda su Rete Uno il 9 gennaio 2021

Nell'intervista rilasciata a Jenny Alessi (che ringrazio di ❤️ ) andata in onda su Rete Uno parlo degli appuntamenti e delle intenzioni con cui desidero portare avanti il mio progetto di #artenarrativa nel 2021, anche se più che un progetto ormai è diventato un panorama in continua evoluzione ed espansione grazie a coloro che hanno deciso e decideranno di abitarlo con la loro presenza ed esperienza. Non mi resta che augurarvi un buon ascolto 😊.

Intervista per Ated ICT Ticino pubblicata su Tio.ch

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Estratto all’intervista pubblicata su tio.ch il 4 gennaio 2021:

Emblematico è il caso di Giada Bianchi che con il suo canale online si racconta, sperimenta e mette a frutto il suo importante bagaglio di comunicatrice ed esperta dei social media per valorizzare le sue creazioni artistiche, che trovano uno spazio fisico espositivo nel suo Atelier di St. Moritz. Un nuovo esempio virtuoso di #storievisionarie che come ated-ICT Ticino ci fa piacere raccontare.

Giada, da cosa nasce l’idea di aprire un negozio online per promuovere la tua arte e come durante la pandemia hai utilizzato i canali digitali per esprimere la tua cifra artistica?

«La mia arte nasce da narrazioni personali ricevute in forma di messaggio vocale, dal cui ascolto mi lascio ispirare per la creazione di un dipinto, che poi diviene installazione artistica e da poco anche capo da indossare. Riconsegnare alla persona ciò che da essa è nato mi è sembrato un processo naturale; d’altronde l’esperienza è un vestito tagliato e cucito su misura per noi dalla nostra sensibilità, ed è proprio ciò che desidero cogliere durante gli appelli lanciati nel web. È un modo per promuovere valori come la condivisione, l’accettazione, l’unicità, l’ascolto e il senso di collettività in contrapposizione al pregiudizio, al giudizio, all’individualismo e all’uso divisivo degli stereotipi, e lo svolgo proprio laddove questo clima impera, e cioè sui social network. Per affrontare una tematica legata alla pandemia, ho semplicemente continuato a usare questo metodo. Ho lanciato un appello in rete alla ricerca di persone che mi volessero raccontare la fonte da cui traevano forza durante il lockdown; come sempre la partecipazione è stata importante ed ora #laforza è divenuta dipinto, installazione, riproduzione Fine Art, capo da indossare e persino vino».

In questo percorso verso la digitalizzazione a quali casi di successo ti sei ispirato? E quali obiettivi di business e fatturato ti sei data?

«Sinceramente non mi sono ispirata a nessuno, è stato un metodo che si è imposto da sé. Il mio obiettivo era ed è cercare di rappresentare la biografia dell’umanità e la digitalizzazione mi è sembrato il medium ideale sia per divulgare il messaggio sia per raccogliere le testimonianze che mi giungono un po’ da tutto il mondo. Per adesso più che un obiettivo di business mi sto concentrando sull’attenzione e la cura. È un progetto molto complesso che opera su più livelli e settori e gli investimenti a disposizione sono i residui dei guadagni di chi cerca di vivere d’arte. Questa condizione rallenta sicuramente la crescita, ma se non altro mi dà la possibilità di valutare le giuste soluzioni e le giuste collaborazioni per mantenere il tutto il più possibile sostenibile, etico  ma soprattutto vivo, fertile e in grado di generare bene e meraviglia. Mi sento molto responsabile nei confronti di coloro che mi hanno consegnato un pezzo di sé, affinché potessi creare opere che mi piace chiamare di #artenarraviva. È come se fossi la conducente di un mezzo di trasporto che mi piacerebbe potesse sì arrivare lontano, ma senza inquinare e deturpare il paesaggio; è una strada che si sta formando percorrendola e che cerco di integrare con l’attorno, lasciandola a disposizione di chiunque desideri intraprenderla per scoprire un territorio composto da persone in cui trovare e ritrovare l’altro da sé».

Hai recentemente abbracciato un’iniziativa solidale che come ated ci sta molto a cuore e legata alla Tombola Digitale in favore del Mulino di Maroggia (https://tombolamulinomaroggia.ch). Ci parli della tua opera la Fenice e di come sia strettamente collegata al senso di rinascita che sul 2021 tutti noi in vari ambiti auspichiamo?

«Come tutti sappiamo la fenice è un uccello mitologico capace di risorgere dalle proprie ceneri. L’opera è nata dall’ascolto di testimonianze legate a momenti di rinascita, a ricostruzioni sorte dai detriti del conosciuto. Le ceneri rimaste al suolo, come nelle coltivazioni, servono ad arricchire la terra che ospiterà le nuove radici, e più queste sapranno andare in profondità più sarà possibile elevarsi. In pratica la fenice vola perché è radicata ed è da lì, dalla terra, dall’essenziale e dall’essenza che le giunge il nutrimento il quale, unito all’esperienza acquisita, riesce infine a trasformarsi in battito d’ali. È questo ciò che auguro al Mulino di Maroggia offrendo una riproduzione Fine Art #lafenice per la Tombola Digitale e a tutti noi per il 2021: di avere piume di radici e di saper costruire orizzonti in cui poter immergere ognuno il proprio volo».

Leggi l’introduzione all’intervista su tio.ch.

Il dipinto #LAFORZA, ora tutto da bere

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Ora lo posso dire: il dipinto #LAFORZA quest'anno si potrà anche bere. Il tutto è stato possibile grazie alla sensibilità dell'azienda Plastifil di Mendrisio che ha deciso di divulgare i valori racchiusi ne #LAFORZA offrendoli alla sua clientela più fidata.

700 bottiglie distribuite per il mondo accompagnate dal messaggio tradotto in quattro lingue, e se pensiamo che ogni bottiglia equivale a circa 7 bicchieri il calcolo è subito fatto: con il loro gesto hanno saputo generare 4'900 brindisi al sapore di incontri, condivisioni, presenza e unicità.

Ringrazio quindi di cuore sia coloro che in primis hanno prestato pensieri e voce al progetto da cui è nata l'opera, e in secondo luogo la ditta Plastifil nella figura di Cristina Piccioli, a dimostrazione che anche se sei un'azienda specializzata in lavorazioni con il filo d'acciaio se credi nell'altro i fili che inizi a produrre saranno magari meno tangibili, ma di sicuro altrettanto solidi come solo le relazioni fra persone sanno essere.

E quindi che cin-cin sia 🍷🍷🍷!

Cerco persone che mi vogliano raccontare il loro 21 dicembre

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Lo scorso agosto 31 uomini e 31 donne mi hanno raccontato ognuno un giorno tramite messaggio vocale ed io, ascoltandoli, mi sono lasciata ispirare nella creazione della serie di dipinti #OGGI (la potete vedere cliccando qui). È stato sì un esperimento ma soprattutto un viaggio straordinario attraverso l’ordinario, e cioè la quotidianità. Nel momento in cui si presta attenzione al presente quest’ultimo appare nella sua totalità, ed è una totalità in cui l’identità d’ognuno si apre alle relazioni, ai gesti, agli incontri, agli appuntamenti, ai doveri, alle emozioni, ai profumi, alla cura eccetera; interagendo con l’attorno, danzando con la realtà.

Domani vorrei provare invece a farmi raccontare la medesima giornata da più persone. Sempre attraverso messaggio vocale, sempre raccogliendo la quotidianità. Perciò se desideri partecipare a questo esperimento di #artenarraviva è sufficiente inviare un messaggio vocale in cui mi racconti il tuo 21 dicembre. La testimonianza mi piacerebbe contenesse non tanto quello che hai fatto ma come l’hai vissuto, come ci sei stato, l’attenzione che gli hai prestato, i pensieri che sono sorti, e tutto ciò che ha a che fare con la tua persona immersa in quel presente. Puoi naturalmente esprimerti nella forma che preferisci; ci tengo comunque a precisare che non cerco performance di alcun genere ma autenticità, l’importante è che sia tu con il tuo sentimento, non occorre dimostrare nulla ma semplicemente essere.

Il messaggio può essere inviato dal 21 sera, al termine della giornata, fino al 24 dicembre. Il numero di telefono a cui inviarlo è lo +41793136659 (è un numero svizzero, se lo invii via whatsapp non costa nulla, mi trovi come Giada Bianchi Art). Oppure puoi anche allegarlo a un e-mail per info@giada.ch.

I messaggi, oltre che a ispirarmi nella stesura del dipinto, verranno in seguito pubblicati sui miei profili social accompagnati dal nome, se però preferisci la forma anonima basta avvisarmi. Al termine del tutto verranno inoltre montati in un file audio che accompagnerà il dipinto e in seguito la relativa #BIOSFERA, le installazioni artistiche per diffondere quanto generato nell’atmosfera.

Quindi se vuoi far parte degli ambasciatori e delle ambasciatrici della quotidianità non ti resta che partecipare a questo appello; attualmente se ne sono già annunciati una cinquantina, pensa che bello ci fossi anche tu!

Il titolo dell’opera sarà #SOLSTIZIOINVERNO2020, e l’appello verrà riproposto nei prossimi due equinozi e per il solstizio d’estate 2021. Grazie per quanto riuscirai a fare partecipando o divulgando il messaggio.

Un caro saluto

Giada

#OGGI 2, il dipinto sulla quotidianità manifestatasi dall'11 al 20 agosto 2020

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Ecco #OGGI 2, il dipinto nato dalle testimonianze ricevute dall’11 al 20 agosto trasmesse da 10 ambasciatrici e 9 ambasciatori della quotidianità che si sono spontaneamente offerte e offerti di partecipare al progetto. 

Come già ho accennato in precedenti post, questo lavoro mi sta permettendo di indagare più approfonditamente in ciò che già era apparso in altri appelli ma non in maniera così evidente, e cioè il mondo che scaturisce dall’insieme grazie alla condivisione del gesto del singolo.

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I racconti ricevuti contenevano già al loro interno il bagliore della visione globale che sono poi andati man mano a comporre; come una sorta di forma comune, oserei quasi dire universale. Questa è scaturita da giornate vissute da persone sparse un po’ ovunque, immerse in realtà e con sensibilità completamente diverse l’una dall’altra; in pratica si co-creava nel mentre del loro viverla, dipendeva da essa ben restandone indipendente.

Ogni donna e uomo che ha partecipato al progetto ha contribuito a comporre un paesaggio al di là della visione personale, una tensione su cui è stato possibile salire e da lì osservare. Ciò che dal quel punto ho potuto intravvedere è stata una distesa incredibile di intrecci da cui si sono in seguito sviluppati una molteplicità di processi unici che sono stati in grado di annullare le distanze e le differenze benché nati da esse e portatori sani di tali particolarità.

 È questo che cerco di rappresentare nei miei quadri di #artenarraviva e di diffondere attraverso le #biosfera: l’immagine della biografia dell’umanità nel suo compiersi.

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Il dipinto #oggi 2 è emerso dall’ascolto dei giorni raccontati da Shendra, Angela, Beniamino, Monica, Silvio, Mary, Diego, Francesca, Thomas, Sara, Alessandro, Francesca, Paolo, Fabiola, Massimo, Samantha, Nicola, Simona e Michele: a voi GRAZIE ❤️.

Le loro voci verranno montate in un file audio che pubblicherò in seguito, quindi ora non mi resta che iniziare il terzo dipinto di questa straordinaria esperienza d’#oggi.

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Pensieri sparsi dopo 20 giorni di #OGGI, il progetto sulla quotidianità

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È vero, avrei dovuto presentarvi il secondo dipinto d’agosto #OGGI nato da 10 giorni raccontati da 20 di voi, solo che guardandolo mi rendo conto di non averlo ancora terminato; mi servono ancora un paio di giorni per poter continuare nell’ascolto pittorico delle vostre testimonianze. Ci tenevo però a condividere un paio di pensieri.

Il primo è una cosa immensa che mi arriva a cui non so ancora dare un nome e men che meno spiegare ma sento che sta prendendo forma, si sta solidificando in un nuovo percorso o meglio, in un ponte. Per adesso contemplo, accolgo e sfioro con gran curiosità.

Secondo pensiero. Fin dall’inizio del progetto ho notato come ogni racconto si sia incastrato all’altro con tale precisone da sembrare infine uno solo, dove la vastità del panorama è visibile solo se osservata dall’alto, tramite la sua profondità; credo la quotidianità si sviluppi su  assi che nulla hanno a che vedere con lo spazio e con il tempo ma su una sorta di asse umano.

In questi secondi 10 giorni si è parlato di attese, terrazze, fiori, orti, identità, finestre, ascelle e unghie dei piedi. Ma anche lavoro, incontri, colazioni, montagne, musica, mare, vasto mare ed esperienza mare. E poi la notte, i figli, parchi, partner, inizi e fiumi, fiumi bianchi anche se blu e fiumi sdraiati nel letto del tempo.

L’asse umano è composto da gesti comuni e visioni intrecciate. Ad esempio un cantiere è stato raccontato dall’interno da chi ci lavorava, dall’esterno tramite gli occhi di un bambino seduto dietro la bicicletta della mamma e dal corpo di chi ne ha percepito gli odori giunti al tavolo su cui stava consumando la colazione. È questa la dimensione umana di cui parlavo prima, è un’estensione che trascende il volume, il tempo e lo spazio. I tre racconti  inoltre provengono dal Brasile, dalla Svizzera e dall’Italia ma erano nel contempo ovunque e sempre, e come con il cantiere così è accaduto con ogni testimonianza: l’ho trovata una cosa straordinaria, enorme!

In pratica il progetto non si ferma, ogni giorno continuerò a raccogliere i racconti del terzo dipinto solo che li pubblicherò quando lo inizierò; presumo fra un due o tre giorni a dipendenza del tempo che altre faccende mi ruberanno.

Ed ora un micro appello: per terminare “in coppia” i racconti di agosto mi servono ancora tre uomini che vogliano raccontarmi tramite messaggio vocale il 29, o il 30 o il 31 agosto. Se siete interessati mandatemi un messaggio allo +41793136659 che vi darò tutte le informazioni necessarie.

Grazie per l’ascolto, e che quotidianità per tutti sia.

Primi 10 giorni di #oggi, il progetto di #artenarraviva legato alla quotidianità

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Sono arrivati, puntuali, due messaggi vocali al giorno. La quotidianità mi è stata raccontata da una donna e un uomo per volta ed io, ascoltando le loro voci, mi son lasciata ispirare nella creazione di un dipinto; uno ogni 10 giorni, uno ogni 20 testimonianze.

Si è parlato di gesti, di rituali, di piccole attenzioni, di cura, di momenti importanti, di svolte, di relazioni, rapporti, frustrazioni, gioie, anniversari, bellezza, amore, lavoro, cibo, natura, profumi, colori, donne, uomini, luci e tenebre, ma anche di viaggi, di finestre, terrazze, respiri, domande, notti, lune, di nuove prese di coscienza, di pane, di gesti tramandati, di infinito, di occhi, libri, laghi, Dio, famiglia, stelle, stop e omelette. 

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Son passati solo 10 giorni eppure mi sembra di averne vissuti il triplo. In questi 10 giorni lo spazio mentale si è plasmato comprendendo la quotidianità altrui o meglio, è come se il fatto che ognuno ne avesse una abbia preso forma, sia diventata reale, presente, una forma concreta, fisica. Detto così so che possa sembrare assurdo, certo che tutti hanno una propria vita, ovvio, ma è come se si fosse passati da un sapere e una considerazione a una presenza vera, e quando in una stanza ci devi far entrare più cose per comprenderle tutte occorre spostare i muri, ingrandirla e insomma: una cosa così.

E il bello è che poi quei muri una volta che inizi ad allargarli alla fine spariscono, oppure adesso son talmente lontani che non li vedo nemmeno più come l’orizzonte, scomparso anch’esso. Ora quando esco a passeggiare e incontro qualcuno non mi appare più come una singola entità a sé stante ma lo percepisco immerso nella sua giornata; non è più come incontrare un altro pesce nello stesso mare, ma incontrare direttamente altri mari, e quando questo accade per orientarti non puoi può affidarti all’orizzonte ma occorre alzare gli occhi al cielo e, da lì, navigare.

E niente, ecco il primo dipinto da cui poi nascerà una #biosfera, mentre ora inizierò il secondo: altri 10 giorni di 20 quotidiani oceani, e GRAZIE a tutti voi che lo siete ❤️.

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P.S.: ogni giorno pubblico le narrazioni che ricevo sulla mia pagina Facebook Giada Bianchi Art e sul mio profilo Instagram @giadabia, mentre se sei uomo e desideri partecipare al progetto ci sono ancora 3 giorni di agosto che attendono un ambasciatore. Maggiori info al seguente link.

Cerco 31 donne e 31 uomini per immortalare la quotidianità

Aggiornamento al 12 agosto: per completare il progetto mancano ancora 3 uomini. Per chi fosse interessato mi contatti via Whatsapp allo +41793136659!

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NUOVO APPELLO per la creazione di un dipinto di #ARTENARRAVIVA. Questa volta anziché costruire una tematica vorrei cercare di evocare una presenza, quella della QUOTIDIANITÀ: il luogo in cui risiediamo, laddove la nostra essenza si manifesta e nel contempo si costruisce. 

Capita di pensare a dei sé stessi persi altrove e dire “vado là per ritrovarmi”, in esperienze lontane dalla routine. Eppure quest’ultima, proprio perché conosciuta e ripetitiva, è in grado di offrire la condizione ideale in cui l’insolito può manifestarsi. 

Cerco 31 donne e 31 uomini che vogliano raccontare tramite messaggio vocale UNA loro giornata. Non in termini di cosa avete fatto ma COME l’avete vissuta, cosa avete scoperto, osservato, provato eccetera, in una sorta di pensiero cosciente di fine giornata.

Creerò un quadro ogni dieci giorni per tutto il mese di AGOSTO. La procedura resta la stessa: ascoltando le vostre testimonianze mi lascerò ispirare nella creazione dei dipinti testimoni di unicità e incontri generatori di condivisioni fertili, il tutto intriso dal tempo sopito della quotidianità.

Come funziona? Segnalatemi la vostra disponibilità all’esperimento/atto inviandomi un messaggio (il vostro numero non verrà MAI ceduto a terzi o utilizzato per altro, promesso) allo +41793136659 (N.B.: è un numero di telefono svizzero; usate Whatsapp o mandatelo via e-mail a info@giada.ch quando siete connessi a una rete wifi così non vi costa nulla). 

Vi risponderò affidandovi la data del giorno che dovrete raccontare (mi permetterò di inviarvi un promemoria il giorno prima). A fine giornata o al più tardi la mattina seguente dovrete mandarmi un messaggio VOCALE con il vostro pensiero, il quale verrà inoltre pubblicato accompagnato dal vostro nome, ma se preferite la forma anonima è sufficiente dirmelo.

I dipinti una volta terminati diverranno #installazione #BIOSFERA per permettere all’attenzione che avete dedicato a un giorno qualsiasi di diffondersi nell’atmosfera, divenendo valore utile per tutta l’ #umanità

Grazie in anticipo per l’attenzione, la partecipazione o anche solo per la condivisione dell’appello 🤗🌎❤️.

Dall'azzurro un gesto da incorniciare

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Ho iniziato a dipingere da autodidatta. Dopo anni di disegno tecnico ho sentito la necessità di iniziare a esplorare il mondo dei colori. Era talmente vasto il panorama che poteva stagliarsi difrontea/in me che sulla prima tela utilizzai solo il bianco. In seguito apparvero altre gamme che stendevo piatte; erano immagini grafiche e mi ricordo ancora la fatica per raggiungere una massa di colore uniforme, senza sfumature, striature o macchie.

Mi ritrovavo a dover ripassare una, due, tre, anche quattro volte e più la stessa superficie; la terminavo perfetta, tornavo a colore asciutto e non era più così. L’azzurro mi faceva impazzire, così feci una foto al risultato e andai a Lugano in un negozio di articoli di belle arti. Non ci ero mai entrata. Mostrai l’immagine del difetto al Signor Fabrizio il quale mi chiese la marca usata. Visti i tempi i colori li acquistavo nella versione più economica in un grande magazzino. Mi disse “guardi Signora provi questa, le faccio il medesimo prezzo di quella usata da lei”.

Comprai l’azzurro e tornata a casa finalmente riuscii a stenderlo senza più sorprese. A poco a poco riuscii a sostituire tutti i colori, passai a tele più grandi, cambiai tecnica e stile, mi trasferii eccetera, nella storia che più o meno conoscete. Son passati molti anni da quel giorno, ma quando recentemente si è trattato di scegliere dove mandare alcuni clienti ad intelaiare o incorniciare i dipinti non ho avuto dubbi: La Cornice Lugano. Per me ogni volta è un po’ come riuscire a dirgli grazie perché senza quel gesto, senza quell’azzurro, magari oggi guardando fuori dalla finestra non vedrei quello dell’Engadina. 

Nelle foto i Signori Fabrizio e Silvio prima di andare a consegnare #mago, #eremita0 e #rosso0 alla Signora Susanna.

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#ARTENARRATIVA Dalla visione a cannocchiale a quella a bolle di sapone

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Per riuscire a sconfinare dalla propria ottica umana occorre assemblarne altre: divenire un insieme composto da una miriade di sfaccettature capaci di interagire e far brillare l’attorno. Ciò permette non solo di allargare il proprio panorama, ma di poter cogliere il flusso della trasformazione e il costante mutamento in atto ovunque; avete mai visto un riflesso naturale rimanere immobile, sempre identico a sé stesso?

Aprirsi alla varietà delle esperienze altrui rende la nostra visione del mondo più ricca, un po’ come passare da una modalità a cannocchiale a una diamante o stile bolle di sapone. Questo è ciò che cerco di fare con i miei appelli e la relativa raccolta testimonianze: assemblare bagliori. 

Abbiamo l’incredibile capacità e possibilità di entrare ogni giorno in mondi altrui seguendo questi barlumi d’identità. Occorre certo gran rispetto, ma soprattutto rimanere aperti all’ascolto permettendosi di accogliere ciò che da questo viaggio potrà scaturire.

Le #BIOSFERA sono il risultato di percorsi singoli divenuti tracce collettive, un mappamondo lanciato nella realtà capace di continuare il suo cammino generandone nel contempo altri: strade in grado di portarci ogni volta un po’ più lontano che è poi ogni volta un po’ più vicino, a noi e agli altri. 

Giovedì 25 giugno sarò presente presso la Fondazione Claudia Lombardi per il teatro a Figino per un aperitivo “meet the Artist”, un’occasione per tracciare assieme un nuovo percorso fra alcuni dei miei lavori. Entrata libera ma occorre riservare scrivendo a info@fondazioneteatro.ch (Tel. +41 91 995 11 28). 

Quando tutto iniziò dalla complessità di un prato

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Quando tornai a dipingere non più con intenzione ma in tensione, iniziai da lì: da un prato. Era un angolo incolto di un centro commerciale vicino a casa. Mi fermavo spesso ad osservarlo: la sua complessità mi riempiva. Linee che si intersecavano, si mischiavano, fiori che non sapevi dove iniziavano e dove finivano, in un’esplosione di intrecci in continua evoluzione ed espansione fra cui si annidava il vento e la miriade di insetti che lo abitavano. In seguito riportavo su carta quella sensazione che diveniva gesto, movimento, ordine e pace (il disegno riportato appartiene a quel periodo).

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Essermi avvicinata alla complessità della natura credo mi abbia permesso in un certo qual modo di percepire quel “sistema” e di inglobarlo. Siamo tutte e tutti composti da una miriade di intrecci di unicità, uniti gli uni agli altri dalla medesima formula che è appunto quella che non c’è o meglio, esiste e scaturisce direttamente dalla composizione, in ogni singolo e irripetibile istante .

Complessità, natura, biodiversità, coesistenza, relazioni, vento, noi: tutto questo è #artenarrativa.

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Inaugurazione virtuale gARTen - Fondazione Claudia Lombardi per il teatro

Lunedì 13 aprile, alle ore 10:00, si sarebbe dovuta tenere l’inaugurazione della mostra di sculture gARTen presso la Fondazione Claudia Lombardi per il teatro a Figino. Un’occasione per dialogare fra noi e per ascoltare i loro, di dialoghi, quelli nati dall’incontro fra le opere dei vari artisti, fra le stesse e il meraviglioso parco e fra le diverse espressioni d’arte chiamate in gioco: scultura, teatro e la gente.

Purtroppo, causa covid-19, l’evento è stato rimandato ma non l’installazione. Sarà quindi possibile visitare l’esposizione attenendosi alle direttive in vigore: evitare assembramenti e mantenere le distanze prescritte.

Accanto alle mie #BIOSFERA si trovano le sculture di Manuela Mollwitz, Pascal Murer, Gianmarco Torriani e Giorgia Voneschen, in un incontro tra forme e teatro capace di portare altrove, capace di riportarci forse a casa.

Nel video un messaggio e un omaggio al luogo e a noi, in attesa di poterci presto rincontrare di persona.

E che assieme per sempre sia.

Giada

Call to action: mandami un messaggio vocale per creare #LAFORZA

AGGIORNAMENTO: CALL CONCLUSA IL 19 MAGGIO 2020

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Questo è un periodo decisamente diverso dagli altri, per tutti. Il coronavirus è stato in grado di spostarci sia dal luogo che dal ruolo, obbligandoci a osservare il mondo da una nuova prospettiva. Questo panorama però, benché sconosciuto, risulta essere un punto d’accesso insolito senza filtri, laddove le energie inconsce possono sollecitare l’emersione di una nuova coscienza, che in questo appello chiamo , perché lo è, LaForza.

Come artista vorrei cercare di immortalare tutto ciò, ed essendo la mia arte basata sulla partecipazione e la relazione, sono qui a chiedere la vostra adesione all’opera #LAFORZA, una  performance artistica collettiva.

Ma veniamo all’appello, alla call to action da cui nascerà una nuova #BIOSFERA dal titolo #LAFORZA, per la cui realizzazione son qui a chiedere la vostra partecipazione.

#LAFORZA:

La forza che vi chiedo di raccontare è quella che sta scaturendo in questo periodo da voi stessi: quella che ancora non conoscevate, nata forse direttamente dalla paura, dalla necessità, dall’incertezza e dalla reclusione. La forza giunta in superficie che, come un’esplosione di energia sbocciata in seguito allo scontro fra due elementi, viene gestita dall’istinto e dalla mente in egual misura, condottieri di una straordinaria creatività.

Ma per poter trasformare il caos in un motore dinamico occorre soprattutto essere immersi nel momento, non ciò che c’era prima o ciò che sarà, perché la vera forza giace nel presente. Vi chiedo quindi di raccontarmi questa vostra forza, quella che come un’entità latente sta venendo alla luce, che vi fa sentire nel contempo istinto e razionalità e che vi sta aiutando ad attraversare questo periodo difficile.

Dall’ascolto delle vostre testimonianze creerò un dipinto di tre metri che poi diverrà #BIOSFERA, in cui le voci rappresenteranno il vento: il soffio principe di ogni forma di creazione destinata all’eternità, capace di diffondere #LAFORZA tutt’attorno, nella biosfera che abitiamo.

CALL TO ACTION:

Per partecipare al progetto è sufficiente inviare un messaggio vocale di al massimo 2 minuti, senza musiche o rumori di sottofondo. Potete inviarlo via Whatsapp, Telegram o Messenger: mi trovate come Giada Bianchi Art o al numero +41 79 313 66 59, oppure potete allegare la registrazione al mail info@giada.ch.

#LAFORZA può essere raccontata nella forma narrativa che preferite, siate voi stessi, il resto “andrà tutto bene”.

Grazie per quanto potrete fare, partecipando o condividendo l’appello.

E che #LAFORZA sia con tutti noi.

Ora vi saluto
Un abbraccio da qui

Giada


IL PROGETTO

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Da anni mi dedico alla rappresentazione di paesaggi pittorici umani. Creo dipinti ascoltando testimonianze in forma di messaggio vocale, ricevute in seguito ad appelli lanciati in rete. Le domande o tematiche trattate sono sempre relative all’esperienza di vita, al proprio essere, sono delle tracce sonore di singole identità le quali vengono tramutate in tracce pittoriche, in piccole orme di unicità che su tela vanno ad unirsi ad altre, dando vita a una mappa in cui è possibile incontrare e incontrarsi, nel sé e nell’altro: uniti grazie alla propria diversità.

Questi lavori, queste confidenze biografiche, le trasformo in seguito in sculture dal nome #BIOSFERA. Il mutamento permette di creare una sfera privata capace di dialogare con quella pubblica, osservare i labili confini esistenti fra esse, toccarne la fragilità, la vulnerabilità, e nel contempo interrogarsi sulle condizioni indispensabili necessarie affinché la vita possa svilupparsi in un contesto di dignità.

Danzare con la realtà grazie a un diario

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La formula del diario per afferrare l’incontro fra la propria natura e la realtà, in un dialogo fatto di meraviglia e stupore da approfondire nel tempo, per tutta la vita. È su questo pensiero che Giada Bianchi, artista e collaboratrice esterna de Il Bernina, ha ideato il workshop “e-missione diario”, in partenza a marzo nel suo atelier. L’abbiamo incontrata per scoprirne di più. 

Hanno tutti una storia da raccontare? “Certo! Viviamo di continue esperienze, che per me sono un po’ come delle bolle di sapone che escono dall’individuo per andare librarsi nel vento. Pensiamo a quante di queste piccole bolle fatte di attimi, parole, gesti, immagini ed emozioni produciamo anche in un solo giorno durante lo svolgersi della nostra quotidianità. Ad esempio ognuna di queste potrebbe diventare una tavola del diario: un disegno, uno scritto, un’immagine o anche solo un colore, a dipendenza di ciò che la persona deciderà sul momento e secondo il suo sentire”.

In che modo si può entrare in relazione con la quotidianità? “La quotidianità è una realtà che purtroppo subisce spesso gli effetti della routine, dove i gesti sono sbrigativi e finalizzati soprattutto alla mera utilità. Mentre la quotidianità, proprio perché ripetitiva, offre la straordinaria possibilità di realizzarsi nel rituale, nell’attenzione, nel dettaglio, nell’estetica e nell’immaginazione. Inoltre la sua (ipotetica) fissità rappresenta una sorta di schema da cui è più semplice cogliere l’insolito e il cambiamento ma, soprattutto, è la compagna di gioco ideale per la fantasia, e sperimentarsi in questo contesto in continuo fermento permette di arricchire qualsiasi visione, anche quella che si ha di sé”.

Ci sarà differenza con ciò che si racconta di sé sui social network? “Diciamo che online si tende ad esprimere soprattutto un ruolo, mentre il diario è uno spazio riparato che si sottrae al mondo esterno benché intrinsecamente collegato ad esso. La mancanza di un pubblico, sommato alla possibilità di esprimersi senza dover comunicare o trasmettere alcunché, permette una manifestazione più spontanea, la quale sarà dettata dalla propria necessità o piacere e non da un ipotetico senso, sguardo o giudizio altrui". 

Occorre avere qualche dote di disegno o scrittura particolare? “No. Nella composizione del diario è importante l’atto, l’abbandono alla scoperta, non il risultato finale. È per questo che reputo molto importante l’assenza di spettatori: l’espressione protetta dalla necessità di comunicare qualche cosa ad altri si può sviluppare in modo naturale, permettendo alle storie di imporsi da sé. Inoltre lo stimolo, manifestandosi nell’azione espressiva, sarà già da solo la miccia in grado di accendere le proprie capacità naturali: tutti sanno disegnare, pitturare o scrivere, il blocco o il dubbio subentrano quando vengono applicati il confronto o il giudizio, che dal mio atelier saranno banditi”.

Come è nata l’idea di offrire questo corso? “In “e-missione diario” risiede quanto appreso in tutti questi anni di ricerca personale e artistica. I miei dipinti rappresentano delle narrazioni sia private che collettive, e per arrivare ai lavori di oggi mi sono dovuta immergere nell’ascolto e nell’osservazione sondando e provocando la trasformazione. È stato un continuo passare dal mondo interiore a quello esteriore da cui poi ne è nato un ulteriore. È un movimento, un respiro nella danza, un passo a due capace di rendere più vivo ed eccitante l’esserci, ed è questo che voglio cercare di trasmettere nel mio corso”.

Come e dove si svolgeranno gli incontri? “Sono appuntamenti settimanali di un’ora e mezza in cui si potranno elaborare fatti, eventi, pensieri, emozioni o ciò che si riterrà di dover immortalare utilizzando diverse tecniche espressive quali la pittura, la scrittura, il disegno, la fotografia e molto altro. È pensato per adulti e per ragazzi e ragazze che più che imparare una tecnica desiderino scoprire come utilizzarla per rappresentarsi in un determinato ambito o momento. I corsi inizieranno il 18 marzo e si terranno nel mio atelier di St. Moritz. Ulteriori informazioni al link: https://www.giada.ch/emissione-diario". 

Intervista rilasciata per il portale Il Bernina, il 1° marzo 2020

Ok la cartolina te la mando, ma cosa devo scrivere?

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Ma, esattamente, cosa devo scrivere? In molti mi hanno rivolto questa domanda, ed effettivamente mi accorgo di non essere stata molto chiara. Come sapete tramuto in dipinti degli incontri, che solitamente avvengono prima tra me e voi per poi aprirsi agli altri nelle esposizioni, all’infinito. Ascolto (fino ad ora ho chiesto di rispondere agli appelli tramite messaggio vocale) ciò che della vostra esperienza avete deciso di condividere e da essa mi lascio ispirare: quando si accoglie ci si trasforma, non si è più gli stessi, ogni relazione è una somma moltiplicata alla potenza (umana).

Nella call to action attuale, da cui nascerà il dipinto #postcART, ho deciso di utilizzare il mezzo di incontro della scrittura, che può avvenire per cartolina o lettera ma rigorosamente inviata per posta. In questo caso entrano in ballo altri fattori come la scelta dell’immagine o del supporto, del contenuto, del francobollo, della destinazione, del periodo necessario alla ricezione e il sapore dell’attesa, perché come sapete vi risponderò. 

Nell’arco di una giornata ci attraversano la mente infiniti pensieri, idee, racconti, storie e ricordi, i quali scorrono senza controllo. Mi piace pensare che prenderne uno e riportarlo per iscritto su carta sia un po’ come salvarlo, come riuscire a scattare un’istantanea al fluire del tempo congelandone un lampo.  Lasciandomi invece la possibilità di rispondere, afferrando a mia volta una riflessione per voi, permetterete l’unione di istanti che magari non sarebbero mai neppure esistiti se per primi non aveste deciso di partecipare: fare è un atto di presenza al mondo, fare significa apparire. In pratica con il vostro gesto darete la possibilità a due riflessi d’eternità di poter camminare per strada tenendosi per mano, non vi sembra meraviglioso?

E quindi cosa scrivere? Quello che volete. Dal nostro scambio epistolare mi lascerò in seguito ispirare nella creazione del dipinto #postcART, il ritratto del tempo composto da scampoli d’esistenze.

Indirizzo a cui mandare una lettera o cartolina:

Giada Bianchi
Via Aruons 17
7500 St. Moritz
Svizzera

Ricordandovi di indicarmi il vostro recapito postale affinché possa rispondervi.

Grazie per quanto riusciremo a fare.