#LAFORZA

L’opera #LAFORZA è un dipinto nato durante il periodo di lockdown di coronavirus durato da marzo a maggio 2020. Simbolo di una nuova coscienza creatrice nata dall’incontro fra istinto e razionalità avvenuto nel presente, esplosione da cui può emergere un nuovo domani.

Il coronavirus è stato in grado di spostare ogni situazione, persona, condizione e certezza sia dal luogo che dal ruolo, obbligandoci a osservare il mondo da una nuova prospettiva. Questo panorama, benché sconosciuto, è risultato essere un punto d’accesso insolito senza filtri, laddove le energie inconsce hanno potuto sollecitare l’emersione di una nuova coscienza, di una nuova forza.

Nell’appello lanciato sui social network nel mese di marzo 2020 ho chiesto di raccontare #LAFORZA che le persone sentivano scaturire da loro stesse. Quella che magari ancora non conoscevano, nata forse direttamente dalla paura, dalla necessità, dall’incertezza e dalla reclusione; giunta in superficie come un’esplosione di energia sbocciata in seguito allo scontro fra due elementi che è stato possibile gestire dall’istinto e dalla mente in egual misura, condottieri di una straordinaria creatività.

Il dipinto #LAFORZA è nato dall’ascolto delle testimonianze ricevute, e se consideriamo che tutto ciò che facciamo, pensiamo e siamo agisce sull’attorno, pensare alla propria idea di forza significa in qualche modo immetterla nell’atmosfera, contribuendo così a creare una biosfera utile, fertile e necessaria anche se rinchiusi nelle proprie case. Condividerla significa trasformarla in un sistema biologico fondato sulla biodiversità, sull’unicità di ognuno di noi. Il dipinto scaturito è perciò una forza composta da diverse specie di forza che sono entrate in relazione l’una con l’altra, in armonia.

È una forza più assimilabile perché già vissuta. È una forza più nutriente ed evoluta. È una forza più umana. È la forza iscritta nella biografia dell’umanità.

Il dipinto La forza appartiene alla serie #trasmissionepittorica: le testimonianze scaturite dalla visione di un dipinto o in seguito a una domanda posta hanno originato una nuova opera grazie alla trasmissione orale pittorica; l’arte tramandata attraverso i vissuti delle persone: il flusso costante della vita.


DETTAGLI #LAFORZA:


#LAFORZA PRINT FINE ART

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#LAFORZA è riprodotta in stampe Fine Art in serie di 30 esemplari, dimensione cm 70x35 (dimensione supporto cartaceo cm 85x50), ognuno firmato e numerato dall’artista con timbro a secco in rilievo, fornito con il relativo certificato d’autenticità. Ulteriori formati possibili su richiesta: scrivere a info@giada.ch

Riproduzione creata dalla stamperia Emmanuel Urban sita in Castel San Pietro, Svizzera. Stampa su carta Hahnemühle Bright White 300 gr, prodotta utilizzando pigmenti Ultra Chrome K3 inks di Epson.

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I MESSAGGI RICEVUTI RIPORTATI IN FORMA SCRITTA:

Segue l’ordine delle registrazioni pubblicate.

Anonima1: “Ho scoperto che la forza viene dall’essenzialità. Più tutto si faceva concentrato, meno disperso verso l’esterno, più diventava essenziale e più mi sentivo forte. Forte di avere tutto sotto controllo, forte di avere la mia famiglia vicino, forte di essere ancora in salute, forte di essermi svegliata in un nuovo giorno, forte di credere nella capacità di rinnovamento che ha la natura, forte del fatto di vedere che la natura intorno gioiva della nostra assenza, e forte del fatto che voglio essere ottimista e tutto passerà. Speriamo che di questa forza resterà traccia e memoria affinché all’interno di tutta questa, che abbiamo speso, resti traccia di una crescita evolutiva”.

Patrick: “ La forza in questo momento è una cosa che va oltre l’egoismo, perché tutti noi siamo chiamati a rinunciare a qualche cosa. Quindi la forza di volontà, la forza di dover rinunciare alle nostre abitudini, la forza di andare oltre per superare un momento difficile e unico che nessuno ancora riesce a comprendere. La forza esce proprio nei momenti difficili ed è direttamente collegata al carattere di una persona. C’è chi magari non vuole vedere l’evidenza, chi si inventa dei complotti, chi si inventa un sacco di scuse per non tirare fuori gli attributi. Io la forza la paragono al carattere; una persona è forte anche nelle sue fragilità, nelle sue debolezze, ma è anche forte quando sa reagire di fronte alle emergenze.

Sonia: “La mia forza è la mia debolezza. È non essere più ricattabile, non avere più da amare, non contare su nessuno, non credere a chi dice di amarmi, non avere nulla da perdere. Non conta più se vivere o morire, e non sono nemmeno depressa; lo sono stata molti anni fa, saprei riconoscerla, ma capisco la paura degli altri. La invidio, davvero. Invidio la paura che le persone hanno della morte; loro, e dei propri cari”.

Shendra: “Siamo qui, in una situazione che non abbiamo mai vissuto, separati senza volerlo davvero. C’è chi non è in grado di stare da solo, c’è chi non è in grado di stare rinchiuso, c’è chi non riesce a cambiare la sua routine molto facilmente. I cambiamenti spaventano moltissime persone. La forza che abbiamo dentro di noi è qualcosa di prezioso, è qualcosa che equilibra la nostra mente, le nostre sensazioni e tutto quello che viviamo. In questo momento dobbiamo avere la forza di capire la gente, la forza di mantenere la calma, la forza di goderci questa situazione e di trarne vantaggio. La forza di capire che dovremo solo aspettare un tempo, dovremo costruire il nostro tempo in modo diverso, la forza della pazienza ma soprattutto della comprensione; bisogna essere forti per capire che non tutti lo saranno”.

Luca: “È nel cuore. Un cuore ferito, sanguinante, che attende il momento della riparazione, che non può arrivare perché troppe riparazioni sono già in atto. È nell’ottimismo, che sa che non c’è notte che non abbia fine. È nella voglia di fare, nella voglia di creare, che danno un senso all’essere qui, in questo momento, visibile o invisibile, dominante o passivo. A giudicare dall’apparenza tu sei l’origine di tutto questo, ma in realtà tu sei venuto all’esistenza in vista del cuore, della creatività, dell’ottimismo, perché se non ci fossero stati un desiderio e una speranza per tutto questo, come avrebbe potuto il giardiniere piantare la radice di quello che sei tu? Ecco perché in realtà dal cuore, dall’ottimismo, dalla creatività, sei nato tu”.

Alessandra: “La forza è sapersi rialzare ogni giorno, rifiorire ogni giorno, rinascere ogni giorno; il mutare. Dopo essere caduti rialzarsi, prendere il dolore, una morte spirituale, e renderla una forza e non un peso da portarsi dietro. La forza per me è questo, rinascere ogni volta come fa la natura che non ha mai morte ma sempre e solo trasformazione. Sapersi trasformare, rinascere, mutare dopo le cadute; per me questo, in questo periodo della mia vita, è la forza”.

Roberto1: “È arrivata la primavera, ed è in tutto il suo splendore portatrice di energia e speranza, e anche di gioia, amore e libertà. Si è liberi dentro, e questa è una cosa meravigliosa, con la speranza che queste giornate così belle e persino un po’ surrealiste, con tanta gente in tanto osare, possano servirci a comprendere meglio come vanno le cose. Auguri a tutti, di primavere da vivere meravigliose”.

Paola:

“Forza. 
Avvolge come due braccia
Stretto il petto 
Non lasciar andar di stringere forte
Corpi giunti a respiro lento
Suono di speranza
Lentamente il ritmo incanta
Il cuor al buio
Una scintilla balla
Il ritmo di una primavera”

Simona: “Per me la forza, in questi giorni, è fatta di tanti piccoli momenti, di piccoli gesti, a volte anche faticosi perché passo un sacco di tempo sdraiata. Tutto ciò che era nostro ora sembra non esserci più, e così ho scoperto l’importanza del tempo e della vita che è enorme anche quando è ferma e silenziosa. La bellezza di cambiare senza fretta la terra a un vaso di fuori, osservare a lungo gli uccellini fuori dalla mia finestra e immaginare quello che stanno facendo gli altri in questo momento, se stanno provando le mie stesse emozioni. La forza di questi giorni è vivere con ciò che mi resta e aspettare di tornare tutti assieme in un abbraccio in un mondo diverso”.

Bimbo1: Arrampicarmi sulla scala.

Alessia: “La forza la vedo negli occhi della mia bambina che non vuole dormire, che aspetta che le dica che ci sarò quando si sveglia. Mi guarda e resiste con tutta la sua forza al sonno che arriva, per quella piccola incertezza che ancora non sa cos’è ma sente essere un’assenza, una potenziale assenza. Mi guarda con gli occhi sveglissimi mentre le dico con tanta forza e un pizzico di incertezza che ci sarò quando aprirà gli occhi faremo tante cose insieme ancora. Mi guarda come se capisse tutto. E la forza la vedo nel mio corpo, la forza di un corpo che deve danzare in altri luoghi, in altri spazi, e la forza della mentre, che deve anch’essa danzare in nuovi spazi, altri luoghi e posti sconosciuti. La forza ce la ricorda sempre la natura, che lascia scorrere la sua acqua e lascia scorrere il tempo così, come le stagioni, che arrivano senza dubitare. Mi ritrovo a chiedermi se le zanzare ci saranno presto e se le libellule voleranno tra i rami vicino a questo ruscello. E certo che ci saranno le zanzare e le libellule; questa è la forza della natura! Tanta acqua continuerà a passare, sappiamo che sarà là. Noi siamo più fragili anche se pensiamo  di non esserlo, anche se pensiamo il contrario”.

Anonima3: “La forza è uno sguardo, è lo sguardo che in un momento come questo ti fa andare oltre il recinto, oltre il muro, oltre tutto quello che c’è, che può essere il palazzo che vedi dalla finestra o il monte che sta lontano; voglio dire: oltre! Perché noi dobbiamo andare oltre. Ci hanno fermato e chiuso, ed è una cosa terribile, veramente terribile, non hai niente in testa; ad esempio io non riesco a leggere. La forza per me in questo momento è la capacità di avere sguardo. Questa sera sono andata in terrazzo sovracondominiale per corricchiare; io che non corro ma nuoto. Poi mi sono fermata, circondata da questo silenzio terribile, con queste luci e le antenne, perché era buio, e guardando queste lucine mi son messa a guardare oltre, e ho capito che la forza la prenderò da lì, perché se non hai uno sguardo non hai nemmeno la forza di andare oltre e allora ti fermi, ed è finita”.

Claudia: “Quando pensiamo alla forza spesso e volentieri il nostro immaginario ci rimanda la figura di Ercole, di qualcuno di potente, con grandi muscoli, capace di lanciare un disco lontanissimo. Però in effetti la forza risiede anche nelle piccole cose: in una formica che trasporta un chicco più grande di lei o nella vigna che resiste alle intemperie e al soffio del vento sulle isole greche. Non c’è bisogno di essere muscolosi per essere forti. La forza è una forma mentale, è la capacità di andare in fondo ai propri sogni, è la capacità di non mollare e rimanere concentrati sull’obiettivo. Poi a volte si vince altre si perde ma non importa; essere forti significa anche essere consapevoli che a volte si può essere deboli. Non bisogna vergognarsi di riconoscere un proprio limite. La forza è un’idea che l’uomo ha voluto connotare in modo decisivo e limitativo invece è una nozione, per ognuno diversa, come lo sono le attese e le aspettative. Quindi la forza è qualche cosa che è dentro di noi e basta che la tiriamo fuori per raggiungere i nostri scopi e obiettivi”.

Gabriella: “Vedere e pensare per parlare di forza. Come una bestiolina che ha cercato di adattarsi adesso mi muovo per scovare sinceri colori, luce libera, nuove trasparenze. Esprimi così la mia forza, con generose volute, affascinanti saette, promettenti arcobaleni. Spicca il volo con il nero, usa il blu opposto al giallo e il rosso a quell’azzurro. Crea il singolo per me”.

Manuela (canto): “Il Signore è la mia forza e il mio scudo, ho posto in lui la mia fiducia. Mi ha dato aiuto ed esulta il mio cuore, con il mio canto gli rendo grazie. Salmi 28:7 CEI”.

Angela: “La forza è la mia voce. Posso modularla come voglio, è potente e profonda. Per anni l’ho tenuta a bada usandola solo per dire quello che agli altri poteva fare piacere. Ora no, l’ho tirata fuori e ne faccio l’uso che voglio. Urlo se necessario. È come se il mio baricentro fosse nella mia voce. In questo periodo spesso non ci si riconosce;  il viso è coperto dalle mascherine. Ci si incontra e non ci si saluta, però quando incomincio a parlare molti mi dicono “ti ho riconosciuta dalla voce”. Non chiedo il perché, non mi interessa. È la mia voce, è la mia forza, sono io”.

Andrea1: “In questo momento per me, come insegnate yoga, la forza è mantenere la centratura. Non mi arrogo nessun diritto né volontà di essere qualcosa in più di altri, ma mi rendo conto che chi fa col cuore quello che cerchiamo di portare avanti io e tutti i miei colleghi sparsi per il mondo è messo alla dura prova. Per tutti, ma soprattutto per noi, è fondamentale mantenere la centratura, come se fossimo chiamati ad essere piccoli pilastri di sostegno a un grande palazzo che ci accomuna, che ci fa diventare tutti un po’ inquilini. Occorre radicamento, quel riuscire a stare anziché uscire con l’attenzione a osservare e giudicare o entrare in ambiti di dolore e sofferenza che lasciano il tempo che trovano. Mantenere la centratura a tutti i costi è quello che personalmente mi sta richiedendo più impegno, più forza, come un creare una massa critica di energia che si rivolge all’interno e poi, da lì, si espande verso l’esterno trasmutata  in quiete, per riuscire a mantenere il centro”.

Bimbo2: giocare a calcio.

Ursina: “La forza che traggo io al momento da questa situazione è proprio il fatto di non rimanere con le mani in mano ma di reagire, sempre con la dovuta calma e dopo aver meditato sul da farsi. La mia forza la traggo dando la possibilità a tutti di praticare yoga, quindi di continuare con la mia missione di insegnante di yoga, facendolo online in modo gratuito ogni mattina. La forza la prendo donando agli altri, cercando di offrire una stabilità a tutte le persone e sapendo di fare qualcosa per aiutare tutti a superare questo momento che può essere molto difficile. Non è sempre facile dare, ma alla fine sento che è la mia missione e quindi trovo la forza perché è una forza più grande di me, è una forza al di là di soddisfare le mie esigenze ma è una forza universale”.

Anonima2: “È un momento difficilissimo, io alterno stati di euforia a stati dove veramente non so dove sbattere la testa. Sono in una situazione dove lavoro zero, come tanti, quindi proprio zero su tutti i fronti. E devo stare in casa, ora più che mai, perché non so, mi sembra un film di fantascienza. Comprendo tutto ma quasi un po’ dittatoriale, e soffoca. Alterno stati di euforia a stati in cui sono giù, allora mi rimetto il naso da clown e cantiamo, balliamo anche nelle nostre case. Mi auguro veramente che finisca tutto prestissimo e ci sia poi un’esplosione di gioia, che non ci cambi nel profondo, che non modifichi la nostra parte più profonda.

Roberto2: “La natura è il simbolo principe della forza, o dovrei forse dire la principessa della forza. Il temporale, che con la sua forza scarica gocce d’acqua che apparentemente senza sforzo si assemblano in un ruscello, il quale scorrendo quieto alimenta un laghetto alpino, che fluisce in una cascata carica di energia, che forma di nuovo un ruscello che fluisce in un fiume, che scorre sui sassi che, dopo aver percorso migliaia di chilometri sfgorga nel mare dove si formano onde cariche d’energia, da dove evaporano gocce che salgono in cielo, si aggregano nelle nuvole e sospinte dal vento raggiungono le montagne. Il ciclo qui ricomincia. Quanta energia, quanta forza si è raccolta e sciolta e poi di nuovo ridotta, formata da particelle minuscole, ciascuna con la propria porzione di energia. Ma anche noi esseri umani siamo carichi di miliardi di particole energetiche. Anche noi abbiamo la possibilità di aggregare queste particole energetiche e fare che si manifestino in un’enorme forza”.

Carmen: “Per me la forza più grande è il silenzio dell’ascolto, che sia interiore per conoscere noi stessi o esteriore per capire e conoscere il mondo in cui viviamo. Purtroppo l’essere umano per sua natura è portato a credersi e a mettersi sempre al centro dell’universo, ma l’unico modo per ascoltare è mettere da parte il proprio ego e per una volta stare in silenzio e lasciare parole e libertà d’espressione agli altri. A volte mettersi da parte serve a ristabilire gli equilibri. L’abbiamo visto anche in questo lungo periodo di quarantena. Il silenzio umano ha riportato in equilibrio una natura maltrattata per centinaia di anni. Non è facile sostenere questo silenzio, ma riuscire a restarci e riuscire ad ascoltarsi significa arrivare a conoscere sé stessi. Quando cammino in alta montagna e attorno a me non c’è nulla se non panorami mozzafiato, adoro sedermi su qualche sasso, chiudere gli occhi e ascoltare semplicemente ciò che mi circonda. Adoro il silenzio che nasce dalla pace assoluta di mente e pensieri, è qualcosa che mi permette di vedere ad occhi chiusi. Non guardo cosa mi circonda ma semplicemente lo sento, ne percepisco la presenza; dalla cavalletta sulla gamba al fiore che mi sfiora la mano. Il gorgoglio del ruscello poco distante mi arriva insieme al profumo di terra umida. Poi sento la schiena riparata del versante della montagna che mi sta alle spalle, e la sensazione di vuoto, quasi di vertigini, che invece proviene dallo spazio che mi trovo davanti. Ogni oggetto o essere vivente emana energie e vibrazioni che nel silenzio dell’ascolto e un po’ di sensibilità si trasformano in una forza immensa, quella della comprensione e del rispetto. Ecco, io credo che la forza sia proprio questa: il silenzio dell’ascolto”.

Samantha: “Per trovare la forza penso sia importante per me passare del tempo con le persone che amo, ridere, fare dei lavoretti in balcone con mia figlia, quando si può andare a fare un giretto in bici o nel bosco per prendere un po’ d’aria, vedere un po’ di verde, il sole, e magari anche un po’ di bollicine, che ogni tanto non fanno mai male”.

Andrea2: “Qui termina questo libro. Esso è nato dall’ira come brace, come i territori di boschi incendiati, e io desidero che continui come un albero rosso a propagare il suo limpido incendio. Eppure non solo ira nei suoi rami trovasti, le sue radici dolore non soltanto cercarono ma forza, e forza io sono pietra pensosa, allegria di mani insieme allacciate. Infine sono libero entro gli esseri, e tra gli esseri come l’aria vivo e dalla solitudine assediata esco verso il folto delle battaglie, libero ché nella mia è la tua mano, a conquistare gioie indomabili. Comune libro d’uomo, pane aperto è questa geografia del mio canto, e una comunità di contadini una volta raccoglierà il suo fuoco e seminerà le fiamme e le foglie ancora nella nave della terra. E ancora nascerà questa parola, forse in altro tempo senza dolori, senza le impure fibre che appesero nere vegetazioni sul mio canto. E di nuovo arderà nell’alto spazio il mio cuore stellato e incandescente. Così finisce questo Libro, e qui lascio il mio Canto Generale scritto nella persecuzione sotto le ali clandestine della Patria cantando. Oggi, 5 febbraio, in quest’anno 1949, qui in Cile a Godomar de Chena, alcuni mesi prima di compiere i 45 anni di mia età. Pablo Neruda”.

Anna: “Questa particolare situazione per me e per il mondo è arrivata quando finalmente nella mia vita era arrivato il momento di esplodere. Quindi la mia forza ora si basa su tre principi fondamentali: avere pazienza, mantenermi calma tenendo gli obiettivi ben chiari in testa; puntare sulla progettazione, non perdere tempo e mantenere attiva la mia voglia di fare ma soprattutto non disperdere le energie e il coraggio, per essere pronta ad esprimermi nel momento che potrò. È come se ci fosse una piccola sfera che gira dentro di me accumulando energia, e quando sarà possibile questa sfera uscirà dal mio corpo e cercherà di inglobare tutte le persone che avranno voglia di fare qualche cosa di bello nella vita grazie alla collaborazione. Spero accadrà presto, e la forza sarà con me e con tutti”.

Sara: “La forza che sto cercando di recuperare in questo periodo è un incrocio di strade dentro di noi, e bisogna scavare a fondo, in silenzio, per ritrovarla, farla risalire e permetterle di arrivare al centro, al centro di ognuno e di essere forte come un sole, nel senso che deve spingere fuori no? Luce! Non devi immagazzinare quello che arriva da fuori ma deve essere talmente forte che è più potente della realtà sottile che si muove in questo periodo, che non è gradevole. Però c’è anche quest’altra realtà sottile che si muove. A volte si indebolisce ma c’è, anche in esterno, e quindi bisogna fermarsi un attimo, ascoltare questa forza che c’è dentro di noi che corrisponde a quel sottile là fuori, cercando di fare filtro con tutte le altre cose che si muovono, e nutrire quella”.

Giovanna: “Ho fatto un sogno tanti anni fa: un branco di cavalli selvaggi che galoppava sulla spiaggia al tramonto. Sembra un po’ un’immagine da pubblicità ma in realtà per me ha rappresentato la consapevolezza della forza. I cavalli che galoppano, questi muscoli che vibrano, che si attivano in questo movimento incredibile. Quindi la forza, se penso ai miei muscoli, è anche quello che si mette in moto quando uno fa attività sportiva. Poi c’è la forza mentale, e quella non si può che costruire man mano in base a tutto quello che succede, che ci succede e che mi è successo e che mi sta succedendo; la forza deriva da quello che noi sappiamo costruire rispetto agli avvenimenti che ci succedono. Quindi cosa ne facciamo di questa cosa terribile che ci sta accadendo? Non solo il coronavirus ma tutti gli accadimenti che per ciascuno di noi hanno un impatto emotivo forte. Forse sembra piuttosto la definizione di resilienza, ma secondo me la resilienza viene quando si applica una forza di pensiero, una calma, perché la calma è una forza potentissima che permette se non di controllare gli avvenimenti per lo meno di padroneggiare e di essere consapevoli delle propri emozioni, indipendentemente che siano positive o negative. Per tornare alla resilienza, arriva se si è in grado di mettere in campo la forza. Quindi per me la forza è un insieme di caratteristiche: i cavalli, i muscoli, la resilienza che ne deriva, la calma e la capacità di analisi, che anche lei è una forza perché permette di mappare e di interiorizzare quello che succede o potrà succedere. Credo questa specifica occasione, rispetto a quello che stiamo vivendo con il confinamento, il pericolo, le persone decedute e il fatto che siamo di fronte a qualcosa che non vediamo ma che influisce incredibilmente nelle nostre vite e nella nostra quotidianità, fa uscire le nostre paure ma anche la nostra forza, la forza di far fronte a questa minaccia, a questa malattia, e si vede molto bene chi è in grado di mettere in campo questa forza e chi invece mette in campo il panico e il non senso. La forza è anche la capacità di accettare le proprie paure e di farne qualcosa, e di provare a superarle, provare a trasformarle in azioni concrete che non sono necessariamente il fare, il costruire, ma sono dei passi, piccoli o grandi è indifferente, che ognuno fa per provare a padroneggiare, a capire e a superare le proprie paure”.

Iris: “In questi giorni in particolare, ma più volte nel passato, la forza avrebbe voluto mollare ma poi è arrivato il coraggio e le ha teso una mano. Forza e coraggio si sono uniti per sostenermi nelle giornate difficoltose, e mi hanno spinto verso la speranza”.

Riccardo: “La forza è qualche cosa che abbiamo tutti. Tante volte magari non ci accorgiamo di averne così tanta; son solo determinate situazioni che ce la fanno tirare fuori, in cui magari ci sentiamo più fragili o insicuri. La forza è anche qualche cosa che ti fa ragionare tanto. Io mi sono ritrovato quest’anno, a 51 anni, a cercare di ribaltare completamente la mia vita. Ho voluto fortemente un cambiamento professionale ma mi son reso conto che per me era troppo. Ho lottato contro me stesso fino a quando un paio di settimane fa ho avuto uno sfogo esasperato, non ce la facevo più, e adesso spero di riuscire a tornare a fare il lavoro di prima.

La forza esce nei momenti più disperati, nei momenti in cui non ci si immaginerebbe mai. La forza ti fa sopravvivere, ti fa cercare di cambiare determinate situazioni per avere una vita migliore, e in questo momento ne avremmo davvero tanto bisogno”.

Monica: “Io amo la natura e l’arte nelle sue diverse forme come la danza e il teatro, e ho sempre ammirato i ballerini per la loro forza, tenacia, energia e perseveranza. Tutte le arti mi hanno sempre dato una grande forza per superare i momenti difficili. Poi c’è la forza di volontà che ho avuto frequentando la scuola di insegnante yoga rinunciando per diversi anni alle vacanze al mare. Questa formazione mi ha insegnato a non arrendermi alle prime difficoltà, ad avere tenacia, ad avere la forza per sempre migliorarmi in generale nella vita. Grazie alla forza dello yoga ho un poco vinto il mio panico da palcoscenico, la mia timidezza e ora sono felice, ho la giusta forza unita alla capacità di ascolto, comprensione e amore per trasmettere quello che ho imparato ai piccoli yoghini”.

Mary: “Quando è arrivato il momento di chiudere tutto uscivi di casa (ho sempre lavorato) ma non potevi andare a bere il caffè ma solo a far la spesa alimentare: all’inizio era angosciante. Quando andavo al lavoro vedevo che la natura andava avanti, proseguiva, che esternamente era tutto uguale mentre noi avevamo dovuto fermarci, e questo contrasto mi metteva ansia, mi dava angoscia. Poi con l’andare del tempo ci si abitua alle cose, e così mi sono abituata a fare i miei corsi da casa, a uscire poco, a non vedere gente, e non ho nemmeno voglia di uscire o di andare al bar o nei ristoranti.  È cambiato il mio modo di essere, di vedere le cose, mi gusto di più la casa e sto cercando di migliorarla. Non me la sono mai goduta molto, un po’ perché sono sempre uscita, scappata, invece adesso che l’ho riscoperta ho voglia di sistemarla, di farla bella e di stare bene con lei.”.

Anonima4: “La forza può essere un’attitudine, una cosa legata al corpo, all’intensità della forma fisica, al vigore, alla vitalità, alla potenza, o può diventare un’esclamazione “fatti forza!”. Ma quando è che la forza diventa un atto da condividere e non più soggettivo? In questi giorni non si sente altri che parlare di questo virus che ha colpito alcune regioni del nord Italia ma ormai tutta l’Italia è diventata zona rossa. La gente è spaventata, come se si vivesse in uno stato di assedio, persecuzione, sopruso, in una guerra invisibile ma così potente da scatenare in noi un senso di totale abbandono, alla completa chiusura di noi stessi, dove fino a qualche giorno prima gridavamo libertà. Le persone sembrano fuggire all’evidenza di questo invisibile, ma da quando si è cominciato a percepire la sia forza, la sua potenza, la sua grandezza, non soltanto spaventati ci siamo chiusi ancora di più in noi, siamo entrati in un isolamento della persona, dell’essere, togliendoci quasi l’aria, il respiro, il contatto fisico, ciò per cui viviamo, i nostri figli, nipoti, la persona che si ama, gli amici e così via. Ma un giorno non molto indietro una persona mi chiede l’amicizia su Facebook, ci si saluta, ci si ringrazia, ci si dà il buongiorno, la buonanotte, ci si incontra se non per foto. Un discorso tira l’altro e cresce la stima e l’amicizia. Sono passati 15 giorni e ogni giorno, mattino e sera, diffondo a questa mia amica virtuale la forza di credere che tutto andrà bene, che non sarà sola, che presto rivedrà i suoi cari, che tutto passerà e che ci faremo una risata. Lei mi aspetta ogni giorno e io la cerco. Da tutto questo è nata una bella amicizia e andrò a trovarla perché in fondo, dall’unione, nasce la forza”.

Alessandro (ricevuta in forma scritta): “La forza è uno stato d’Amore pervasivo di ascolto e accoglienza delle intuizioni che fa muovere le mie mani per accarezzare il legno, dargli forma e ancorare luce in musica in questo splendido pianeta”.

Ilario (ricevuta in forma scritta): “Secondo me la forza è anche nel tempo. Io me la immagino come qualcosa di piano, liscio, uniforme, regolare, di sincero. Come qualcosa al di sotto della quale, prima che il tempo divenga quello che è (cioè prima che - mi scuso per il giro di parole - il tempo divenga ciò che la realtà stessa è - immaginati il tempo come qualcosa che genera la realtà, che la crea, che la produce) tutto esiste in una modalità ancora in divenire. La forza è il tempo che genera le nostre esperienze”.