#TERRA: Quando un dipinto, inaspettatamente, decide di voler nascere

[Istanti d’arte] Oggi pomeriggio, inaspettatamente, son tornata a dipingere il trittico dedicato all’#evoluzioneterrestre, al mutamento continuo che porta alla piena manifestazione di sé. Non era mia intenzione e non l’avevo programmato; credevo persino quasi di non riuscire a farlo più.

Poi non so. Ero di fuori ad accarezzare Artù, mi sono alzata e ho iniziato a fare spazio in atelier (dopo quasi un anno sai il casino). Poi, sempre inaspettatamente, ho tagliato e appeso la tela, riacceso il cellulare del progetto e recuperato le testimonianze di #TERRA raccolte lo scorso ottobre. Che sapevo era che avrei iniziato da Ben, la voce con cui ho concluso #SOLE.

Poi ho fatto la doccia e lavato i denti, mi sono cosparsa di crema idratante e indossato abiti puliti. È il mio rituale, lo faccio sempre prima di iniziare un nuovo dipinto. È una forma di rispetto nei confronti di ciò che sta per accadere e a cui mi è dato di poter partecipare.

Poi ho riempito le bacinelle d’acqua per i pennelli, posizionato il materiale sul tavolo e, dopo qualche sospiro profondo, ho schiacciato play. Le parole di Ben hanno iniziato ad aleggiare per l’atelier. Nella mente il vuoto e poi, da lì, son tornati ad apparire gesti e colori.

E niente; con questo volevo solo dire che oggi, inaspettatamente, il dipinto #TERRA ha iniziato a sorgere dalle vostre testimonianze. E poi che fuori, ora, c’è un temporale e sai che luce. E che profumo. E che pace….

Opere d'istanti: dai molti l'uno, alla ricerca del Grande Noi

Opere d’istanti; dai molti l’uno, alla ricerca del Grande Noi. È questa la nuova scritta che capeggia sul mio sito internet, laddove fino a poco tempo fa compariva Arte narrativa, la biografia dell’umanità.

In questi mesi ho passato il tempo ad avvicinarmi e ad allontanarmi dalle cose, alla ricerca della giusta distanza per riuscire a mettere a fuoco un determinato argomento. Ed è stato proprio lì, in quel dondolare, che punti appartenenti a piani diversi si sono uniti.

Con Arte narrativa desideravo restituire l’immagine di una Storia più grande, a cui tutti apparteniamo e di cui siamo ogni giorno responsabili. Dipingendo però su tela gli istanti di vita che ricevevo percepivo nelle dita una forza che sì proveniva sia dal singolo sia dall’insieme, ma sentivo esserci altro. 

È stato durante il mio recente oscillare che ho capito che questo Altro non proveniva tanto dallo scampolo di storia in sé, ma dalla tela su cui questo veniva impresso. In pratica il supporto in cotone intelaiato è divenuto uno spazio pubblico in cui esercitare la libertà di parola e far dialogare le differenze. 

La tela rappresenta quindi l’unità che scaturisce dai molti; è il luogo in cui risiede la comunanza, la democrazia. Ecco che cos’è per me questo Grande Noi: la capacità di pensarsi uniti malgrado le differenze.

Paradossalmente è stato in questi mesi di impegno alla deriva che ho avuto modo di avvicinarmi al concetto di distanza. Come unità di misura per definirne la grandezza ho utilizzato gli istanti ed è stato come ritrovarsi improvvisamente a navigare in un nuovo mare. 

Infatti è stato da quei punti d’istanti che ho potuto esercitare una particolare messa a fuoco; quella in grado di rendere nitido un disegno rimasto fino a quel momento celato. Ma di questo vi parlerò sicuramente meglio più avanti tramite progetti che spero di riuscire a realizzare presto.

Nel frattempo, e già che ci siamo, “chiamatemi Giada” (cit.). Quindi: a presto. 

Torno a studiare e se riesco faccio persino il Master in teologia delle religioni

Ci son percorsi che vanno seguiti mentre altri accolti oppure, come in questo caso, entrambi. Tutto è nato un giorno di inizio estate in cui mia cognata mi domandò “se tornassi a studiare cosa faresti?”, ed eccomi pronunciare con certezza la facoltà che da sempre mi attira e che in questi anni in cui ho potuto dedicarmi allo sviluppo dell’arte narrativa ho sentito più vicina, anche se ammetto il collegamento può non sembrare immediato nel concetto ma vi assicuro che nel gesto a volte è addirittura palese.

E così, dopo aver presentato il dossier di ammissione e svolto i necessari colloqui eccomi qua: domani inizia l’anno accademico per l’ottenimento del Master in scienza, filosofia e teologia delle religioni presso la facoltà di Teologia di Lugano. Il corso durerà due anni, sarà quasi tutto a distanza e alla fine, se tutto va bene, dovrei ottenere il diploma di mediatrice culturale e mediatrice culturale interreligiosa.

La mia intenzione per ora resta comunque e sempre l’arte, ed è proprio per meglio approfondire i concetti di narrazione, narrazioni collettive, dialogo, senso di appartenenza e di comunità, trasmissione, le grandi domande, il silenzio e il contesto culturale attuale che ho sentito il bisogno di tornare a studiare. Non so in questi due anni cosa accadrà e come un cammino possa incontrarsi/unirsi/fondersi con l’altro, ma come dicevo all’inizio alcuni percorsi vanno seguiti mentre altri accolti quindi questa volta faccio così: allargo semplicemente le braccia e qualsiasi cosa giunga, io son qui 😊.

Di seguito un estratto della lettera di motivazione inviata per l’ammissione al Master:

“Tempo fa ho letto di una popolazione in cui non esiste la parola per indicare l’arancione e di conseguenza non lo vedono, non lo sanno riconoscere in quanto non ne hanno consapevolezza. Quando nelle scorse settimane mi sono imbattuta nel vostro programma studi per me è stato come ricevere quel colore in dono e, di conseguenza, improvvisamente scoprire quanto filo arancione avessi fino ad ora utilizzato per tessere buona parte della mia esistenza.

L’ho visto nel concetto di arte narrativa che ho sviluppato negli ultimi anni improntato sull’ascolto, l’unione e l’incontro con l’altro; nel cercare di promuovere il racconto narrato per riportare in vita il contesto in cui la vita accade; nel riconoscersi come ambiente in cui ogni io è un noi; nel provare a comprendere e nutrire la relazione fra l’interiorità e il senso del tutto; nel cogliere l’importanza della quotidianità come luogo in cui approfondire l’esperienza; nell’inventarsi un modo per rappresentare il senso di appartenenza e aggregazione; nel comprendere l’importanza della ritualità nella percezione del tempo; nel bisogno di lasciare il percorso conosciuto per intraprenderne uno che non andasse da A a B ma da A a Non-A; nei libri che leggo; nei pensieri che mi colpiscono; nel trasferimento in alta montagna per essere più vicino alla luce, al vento e al cielo e nel lasciare al vuoto e al silenzio lo spazio per manifestarsi e in cui potermi manifestare.

Ma prendere consapevolezza di un colore non significa conoscerlo e riuscire ad utilizzarlo sapendone esaltare le caratteristiche.

Le materie insegnate nel vostro percorso studi mi permetterebbero di approfondirne i toni, le sfumature, le trasparenze, la luminosità e la sostanza in modo da riuscire poi ad utilizzarlo con sapienza nell’accostamento ad altri colori, in nuove composizioni e impensati usi, permettendo così sia alla mia persona che al mio lavoro di artista di meglio servire le intenzioni di accoglienza, relazione, incontro e ascolto da tempo indagate.

Mi piacerebbe inoltre poter mettere a disposizione della dimensione sottile l’arte e la narrazione affinché quel respiro, sia profondo che elevato, possa quantomeno riuscire a trovare il giusto spazio nel panorama attuale per potersi nuovamente esprimere, e tornare a nutrire.

Questi i motivi che mi hanno spinta a chiedere di poter essere ammessa su dossier al Master of Arts in scienza, filosofia e teologia delle religioni FTL”.

Leggere pittoricamente José Saramago

Quest’anno ho iniziato a dipingere libri o meglio: ho iniziato a leggere pittoricamente. Non si tratta di interpretare o riportare su tela, ma direi piuttosto un cogliere l’immagine che scaturisce al di là del senso oppure, chi lo sa, di risolvere con il pennello parole scritte con una sorta di inchiostro simpatico, quello che appare avvicinandolo a una fonte di calore. E a ben pensarci è proprio così: leggere è esporre ed esporsi al calore, a fuochi provenienti da altre dimensioni; i libri sono fiamme vaganti; i libri sono in grado di appiccare incendi sia dentro che fuori di sé.

Il dipinto che vi sto presentando è scaturito da “Il racconto dell’isola sconosciuta” di José Saramago. Qualche settimana fa ho pubblicato sui profili social la fotografia dell’opera terminata per vedere se qualcuno sarebbe riuscito a indovinarne il titolo, e le due persone che l’hanno azzeccato abitano entrambe al mare; una a Lisbona e una su un’isola in Svezia. Mi piace pensare ci sia stato un richiamo o si sia creata una forma di risonanza, che il dipinto sia riuscito a tornare a casa passando per gli occhi di coloro che ogni giorno il mare lo possono vedere e vivere, in perfetto stile biografia dell’umanità: l’arte che si tramanda attraverso i vissuti delle persone.

Il racconto dell’isola sconosciuta di José Saramago:

Un uomo andò a bussare alla porta del re e gli disse, Datemi una barca. La casa del re aveva molte altre porte, ma quella era la porta delle petizioni. Siccome il re passava tutto il tempo seduto davanti alla porta degli ossequi (degli ossequi che rivolgevano a lui, beninteso}, ogni volta che sentiva qualcuno chiamare da quella delle petizioni si fingeva distratto, e solo quando il risuonare continuo del battente di bronzo diventava, più che palese, chiassoso, togliendo la pace al vicinato (cominciavano tutti a mormorare, Ma che razza di re abbiamo noi, che non risponde), solo allora dava ordine al primo segretario di andare ad informarsi su cosa mai volesse il postulante, che non c’era modo di far tacere”. 

[Il racconto continua nel libro… e nel dipinto, acrilico su tela dim. cm h. 75 x 55]

Il dipinto Il racconto dell’isola sconosciuta appartiene alla serie #stories: narrazioni pittoriche tratte da libri o da momenti unici che si è deciso di voler immortalare su tela. Dipinti che rimandano l’immagine del panorama in cui il racconto è sbocciato; giardini interiori segreti accessibili attraverso l’osservazione di ciò che hanno generato.

Appello ricerca testimonianze per la creazione del dipinto #TERRA

Partecipa anche tu alla realizzazione del dipinto Terra. È sufficiente inviare un messaggio vocale in cui mi racconti un ricordo, un aneddoto, una sensazione provata o ciò che preferisci purché abbia direttamente a che fare con la tua esperienza personale; in pratica non uno slogan ma un racconto in cui ci siete voi due: tu e uno dei suoi molteplici volti.

Perché la Terra può essere pianeta, Madre, potenza divina, cuore pulsante di vita, dea primordiale, processo evolutivo ma anche mare, vento, montagne, foreste, deserto, pioggia, temporale e profumi, una miriade immensa di profumi e molto, molto altro.

Come ad esempio quella volta che raggiungendo la cima della montagna l’hai sentita, la sua voce. Oppure quando nel deserto ti è sembrato di camminare sul suo ventre. Oppure quella volta che, davanti al mare, o ancora di quel profumo lì, in quel bosco, o ancora quando osservando il movimento della brezza fra i campi ti venne quell’idea là e la tua vita cambiò.

Il messaggio vocale è da inviare entro il 20 ottobre 2022 al numero +41 79 313 66 59. Mi trovi su Whatsapp, Telegram, Instagram, Signal e Messenger come Giada Bianchi ART oppure puoi allegarlo a un mail da inviare a info@giada.ch.

Non c’è una lunghezza minima o massima, come sentiti libero e libera di raccontare a braccio oppure di scrivere e poi leggere; non è un provino, è solo un modo per esserci e, assieme ad altri, dare vita a un dipinto corale rappresentate la biografia dell’umanità.

Infatti ascoltando i messaggi ricevuti mi lascerò ispirare nella realizzazione di un’opera composta dai sensi di appartenenza e di comunità, quelli che si andranno man mano a creare su tela proprio grazie alla condivisione, all’ascolto e alla partecipazione, fra cui forse anche la tua :-).

Le testimonianze verranno in seguito pubblicate accompagnate dal nome sui miei profili social, sul sito e saranno accessibili tramite QRCode durante le esposizioni. Qualora desiderassi apparire in forma anonima fammelo sapere nel messaggio.

Il dipinto #TERRA appartiene assieme a #LUNA e #SOLE alla serie #evoluzioneterrestre: un ritratto di famiglia (fratello sole, sorella luna, madre terra) che rappresenta il mutamento, il processo di trasformazione graduale e continuo che porta alla costante e piena realizzazione di sé stessi; dagli elementi del creato la tensione che risuona con la propria intima evoluzione.

Grazie per quanto potrai o riuscirai a fare, partecipando e/o condividendo il messaggio 😊🙏.

Che la Terra sia con tutti noi, sempre 🌍❤️.

Giada


Perché i miei dipinti sono suddivisi in serie, e quali sono

Ogni dipinto di arte narrativa appartiene, oltre che alla biografia dell’umanità, a una serie, a un gruppo che ne sottolinea il contesto senza però per questo volercelo chiudere dentro. Non sono etichette, sono piuttosto degli accenti, dei fari, delle note musicali o aromatiche capaci di relazionarsi con tutto il resto, suggerendo un nuovo approdo al di là della domanda posta.

È un modo per avvicinarsi ai sensi di comunità e di appartenenza alla base del mio progetto sfruttando una tensione supplementare. È un po’ come essere sospinti dal vento o da qualcuno mentre si è sull’altalena e, da lì, poter meglio osservare il coro di esistenze unite dal momento. Raccontarsi serve anche a questo: ad esserci, a farne parte come tutti gli altri, riconoscendo l’assieme.

Dal 2017 ad oggi sono stati realizzati una trentina di dipinti di arte narrativa nati dall’ascolto di più di 800 testimonianze, suddivisi nelle serie #evoluzioneterrestre, #rivoluzioneterrestre, #quotidianità, #trasmissionepittorica e #stories. 

Appello ricerca testimonianze per la creazione del dipinto #SOLE

Visto che siamo in estate vorrei aprire un nuovo appello dedicato a lui: il sole. Dopo aver creato #luna, a cui hanno partecipato 55 voci, ecco quindi la possibilità di poter condividere una parte di sé per creare sia un dipinto che la coppia di fratelli per eccellenza: il sole e la luna.

Mi piacerebbe perciò ricevere un vostro messaggio vocale in cui mi raccontate ciò che volete sulla nostra stella fonte di vita, di pensieri, di ricordi, di immagini, di bagliori e sogni. Può trattarsi di un’esperienza personale, un’ode, un dialogo o un momento particolare della vostra vita o ciò che preferite, come può trattarsi del sole astro, del sole interiore o una divinità; che conta è che sia qualche cosa di vostro, e perciò unico.

Ascoltando le vostre testimonianze mi lascerò in seguito ispirare nella creazione del dipinto #sole, con l’intenzione di riuscire a far emergere anche stavolta da questo rito narrativo condiviso il volto della biografia dell’umanità.

Il messaggio vocale può essere inviato fino al 15 luglio 2022. L’audio potete trasmettermelo tramite Whatsapp, Signal o Telegram al numero +41793136659 (mi trovate come Giada Bianchi Art), oppure come allegato e-mail a info@giada.ch.

Man mano che una voce verrà risolta in dipinto creerò un post che pubblicherò su Instagram e sulla pagina Facebook in modo che chiunque possa accogliere #sole attraverso l’ascolto; la testimonianza sarà accompagnata dal nome che mi darete, se invece preferite la forma anonima sarà sufficiente avvisarmi. Vi chiedo per cortesia di registrare il messaggio in un posto senza vento e se siete in auto con i finestrini chiusi.

Grazie per tutto ciò che potrete fare per aiutarmi a realizzare il dipinto #sole; che sia tramite la vostra partecipazione diretta, nella divulgazione del messaggio o con la condivisione del post.

Un abbraccio a tutte e tutti e che il volto della biografia dell’umanità possa anche stavolta illuminare frammenti di esistenze condivisi ❤️.

Giada

Ascolta le testimonianze ricevute per la creazione del dipinto sul bene e il male

Nel video si sentono alcune gocce di male non versato tratte dalle testimonianze giunte fino ad ora; rabbia, cattiveria o male che sono stati provati ma non portati nella realtà, o almeno non totalmente. Dall’ascolto di queste e le nuove testimonianze che mi giungeranno vorrei creare un manifesto sul bene scaturito dal male non manifestato, forse il più autentico.

Per partecipare è sufficiente inviare un messaggio vocale con il tuo pensiero o esperienza raccontata al numero +41 79 313 66 59 (whatsapp, telegram, signal) oppure come allegato mail a info@giada.ch entro il 25 marzo; tutte le testimonianze resteranno anonime e se desideri che applichi un filtro alla tua voce è sufficiente dirmelo (i racconti accompagneranno il dipinto che avranno generato).

Grazie per quanto riuscirai a fare partecipando o condividendo l’appello ma, soprattutto, scegliendo ogni giorno cosa fare con l’energia distruttiva che ci abita dentro.

#equinozioprimavera un anno dopo

Anche un anno fa l’equinozio primavera è accaduto il 20 marzo. Un anno è passato dal giorno che 50 persone hanno deciso di raccontare affinché il loro sentire potesse unirsi ad altri su tela.

È stato un giorno composto da una forza accesa da paura, da una piuma, dal sentirsi come un frullino, dai buchini di una tapparella, da un inizio di libertà, da 1’300 libri spolverati, dall’aver assecondato il desiderio di rimanere dentro, da una padella spostata, da una passeggiata col cagnolino, da un’amica che ha portato il sushi, dall’attesa delle ore 10.37, da un equatore celeste, da fatica e incontro, dal giorno del 63esimo compleanno, dall’iniziare da un punto non convenzionale, da uno scherzetto fatto al proprio figlio, da una cena fittizia all’osteria, dal seguire una conferenza di antroposofia, da un respiro convinto di essere al proprio posto, dalla scala dei tempi geologici, dal guidare una gita a Locarno, dai limoni della zia appena mancata, dal mercato di Paracuru, da un progetto che rischia di rimanere un’ipotesi, da un vento che porta via, da un risveglio con una strana sensazione addosso, da una natura universale che non ha paura di dichiararsi minacciata, dalla collinetta su cui si trova la chiesetta della Torre, da un corpo assuefatto a sveglie all’alba, da rami innalzati al cielo carichi di gemme bianche e rosa, by painters who took their palettes and poets their lutes, da un senso di passaggio, dalla storia di Marisa e Zac, da una bolletta del metano del 2015, da una corsa vicino al fiume, dai viali del museo Vela di Ligornetto, dalla sabbia appena bagnata dalla pioggia, dai colori delle zone che decidono i tempi e i modi della vita, da un gruppo di volontari per ripulire le rive dai rifiuti, da un urlo nelle orecchie, dalla lettura di un articolo sull’equinozio, dall’immancabile puntata al mercato di Bellinzona, dallo stare dinanzi all’Oceano a sentire solo i rumori del mare, dal voler assorbire tutto come una spugna, da uno stato d’animo completamente diverso dal 21 dicembre, dal riuscire a fare a meno di molte cose ma non del mare, dalla preparazione della cerimonia con Ostara, dal segno della croce, dai bambini al parco e dalle rondini più vivaci e da un sole nuovo che riscalda eterne illusioni.

Un giorno composto da tanta vita quanta ne può scaturire dal vedere un sorriso aprirsi sul volto dell’intera umanità. Buona luce di primavera a tutti noi 🤗.

Ascolta le testimonianze da cui è sbocciato il dipinto #equinozioprimavera cliccando qui.

Appello per la creazione di un dipinto sul bene nato dal male non manifestato

Appello per la creazione di un dipinto di #artenarrativa nato ascoltando messaggi sull’energia distruttiva, il male, la cattiveria o la rabbia che abbiamo provato almeno una volta nella vita ma non manifestato, non portato nella realtà. 

Ad esempio, dalle testimonianze giunte fino ad ora, c’è stata una persona che ha immaginato di sfogare fisicamente la rabbia su qualcuno che le aveva fatto tanto male; il gelo con cui eseguiva l’atto l’ha sconvolta in quanto non si credeva capace di tanta rabbia, anche se solo pensata. Un'altra persona invece voleva andare a sporcare la tomba di una persona appena mancata che le ha reso la vita impossibile, per poi decidere di vestirsi a lutto, andare al funerale e pregare per lei. Oppure un’altra recentemente ha sentito nascere dentro di sé una parte cattiva che non sapeva nemmeno possedere e si è spaventata, lei che si è sempre considerata una brava persona, una parte che nei giorni successivi ha osservato cercando di accogliere per poterla trasformare in altro. O un’altra ancora da adulta, in un giorno in cui si sentiva ribollire per altri motivi, ha preso l’auto e si è recata nell’ufficio della persona che quando era bambino lo picchiava per ridargli quanto ricevuto, ma per fortuna quel giorno in ufficio non c’era nessuno. 

Come dice Chandra Candiani “chi crede di essere buono è pericoloso. Occorre stare con la propria crudeltà, con l’indifferenza, sentendola, contemplandola e rinunciando ad agirla. […] Solo conoscere la propria capacità di nuocere e addestrarsi a non esercitarla può far accedere alla bontà fondamentale, o intelligenza del cuore ”. Ecco ciò che vorrei immortalare: la forza della cattiveria sentita ma non esercitata, un manifesto del non-manifesto in cui poter così intravvedere, forse, il vero bene. 

Il messaggio vocale è da inviare al numero +41793136659 (Whatsapp, Signal, Telegram) oppure allegato a un mail per info@giada.ch entro il 24 marzo. Grazie per quanto riuscirete a fare, partecipando o divulgando l’appello 😊🙏.

Appello per la creazione di un manifesto del male #nonmanifesto, e quindi anche un po’ del bene

Prendendo spunto da un atto di vandalismo accaduto sabato notte a un’esposizione in cui era presente anche una mia opera, vorrei aprire un appello lampo: 10 giorni di raccolta testimonianze per creare un manifesto delle medesime dimensioni di quello imbrattato (dim. cm 100x70).

Immersi nei conflitti - In questo periodo siamo particolarmente confrontati con i conflitti per le situazioni internazionali ormai note a tutti, e visto che anche un semplice imbrattamento di opere è espressione di conflitto, ho deciso di provare a cogliere l’immagine della cattiveria o del male che tutti possediamo ma che decidiamo di non mettere in atto. Quante volte abbiamo pensato adesso vado e gli taglio le gomme, o gli tiro un pugno, o gli spacco tutto, o adesso mi faccio sentire, o gli brucio la casa? Pensieri solitamente alimentati da rabbia e frustrazione, a volte paura o vendetta. Ci sta, siamo umani, ed è proprio nel non mettere in atto certi pensieri che si rivela la nostra statura.

Appello manifesto #nonmanifesto - Mi piacerebbe ricevere messaggi in cui mi raccontate il male che non avete manifestato. Possono esse situazioni vere o inventate, basta che abbiano a che fare con la vostra energia distruttiva, che sapete di avere ma non esercitate perché la differenza sta proprio in questo: non nel non possederla, ma nella scelta che ne facciamo ogni giorno, se incarnarla o no. Prendetelo come un esercizio, un esperimento o se preferite un gioco di ruolo, e se dovesse arrivare anche qualche confessione va bene: a volte occorre sporcarsi le mani per capire che non ne valeva la pena (o forse sì).

Cosa fare - Il messaggio è da inviarmi in forma vocale al numero +41793136659 entro il 24 marzo (Whatsapp, Telegram, Signal), o se preferite come allegato mail a info@giada.ch, e se desiderate apparire in forma anonima è sufficiente indicarlo. Ribadisco: è un esercizio, un gioco, un provare a dare voce alla parte più oscura di ognuno di noi; l’ascolto che dedicherò ai messaggi sarà come sempre in modalità ricettiva, quindi non giudicherò ciò che vien detto ma semplicemente lo accoglierò in attesa che si risolva su tela in un atto creativo. 

Chi crede di essere buono è pericoloso - Occorre stare “con la propria crudeltà, con l’indifferenza, sentendola, contemplandola e rinunciando ad agirla. […] Solo conoscere la propria capacità di nuocere e addestrarsi a non esercitarla può far accedere alla bontà fondamentale, o intelligenza del cuore - Chandra Candiani”. Ecco ciò che vorrei immortalare: la forza della cattiveria sentita ma non esercitata, un manifesto del non-manifesto in cui poter così intravvedere, forse, il vero bene. Grazie per quanto riuscirete a fare, partecipando o divulgando l’appello 😊🙏.

Appello ricerca testimonianze per la creazione del dipinto #LUNA

Ho sempre nutrito un’attrazione particolare per la luna, una di quelle presenze silenziose che anche nella loro assenza se ne percepisce la presenza. Mia nonna quando la vedeva le diceva per tre volte buonasera ed io solitamente faccio altrettanto come preludio a tante altre parole e pensieri, soprattutto sguardi.

Il tema di questo appello è proprio dedicato a lei: #luna. Mi piacerebbe ricevere un vostro messaggio vocale in cui mi raccontate ciò che volete sul nostro satellite. Può essere un’esperienza personale, un’ode, un dialogo o un ricordo e poco importa che sia piena o calante, legata a miti o divinità, leggende o filosofie, di genere maschile o femminile (in tedesco ad esempio è il luna); che conta è che sia qualche cosa di unico come unico è ognuno di noi.

In seguito dall’ascolto delle vostre testimonianze mi lascerò ispirare nella creazione del dipinto #luna, con l’intenzione di riuscire a far emergere anche stavolta da questo rito narrativo condiviso il volto della biografia dell’umanità.

Il messaggio vocale può essere inviato da adesso fino a fine mese, il 28 febbraio 2022; qualora vogliate farvi ispirare dalla sua luce vi ricordo che mercoledì 16 febbraio sarà piena. L’audio potete trasmettermelo tramite Whatsapp, Signal o Telegram al numero +41793136659 (mi trovate come Giada Bianchi Art), oppure come allegato e-mail a info@giada.ch.

Man mano che una voce verrà risolta in dipinto creerò un post che pubblicherò su Instagram e sulla pagina Facebook in modo che chiunque possa accoglierla attraverso l’ascolto; la testimonianza sarà accompagnata dal nome che mi darete, se invece preferite la forma anonima sarà sufficiente avvisarmi. Vi chiedo per cortesia di per registrare il messaggio in un posto senza vento e se siete in auto con i finestrini chiusi.

Grazie per tutto ciò che potrete fare per aiutarmi a realizzare il dipinto #luna; che sia tramite la vostra partecipazione diretta, nella divulgazione del messaggio o con la condivisione del post.

Un abbraccio a tutte e tutti e a questa idea che assieme diveniamo il volto della storia di tutti noi ❤️.

Giada

P.S.: se ti sei perso il risultato dell’ultimo appello da cui è nato il dipinto #equinozioautunno, clicca sul pulsante qui sotto.


L'ultima testimonianza di un dipinto: un sigillo per l'eternità

In questi giorni ho terminato non solo il dipinto #equinozioautunno ma persino il viaggio intrapreso nella serie #rivoluzioneterrestre creata ascoltando le testimonianze legate ai vostri ultimi due equinozi e solstizi. Ogni quadro è iniziato attraversando la voce con cui è stato terminato il precedente affinché il moto rimanesse fluido, unito, unico, e visto che il lavoro dedicato al 21 dicembre del 2021 è iniziato sulle note di Giovy oggi, praticamente un anno dopo, concludo tornando a lei.

Questo gesto sigilla non per chiudere ma per rendere eterna l'intenzione tramite il suo costante rigenerarsi; un po' come accade con i clicli della natura, con il viaggio della terra attorno al sole e come ogni giorno che ci vede partecipare e contribuire alla creazione istantanea della biografia dell'umanità, che la si può fare solo nel viverla.

Ecco quindi la voce di Giovy in cui acqua e fuoco, maschile e femminile, mare e terra, genitori e figli si incontrano, per un finale vasto come il grande NOI.

[A prestissimo con il risultato dell’opera e con un nuovo appello, che se non vuoi perderti ti invito a inviarmi il tuo numero di cellulare al +41793136659 oppure via mail a info@giada.ch affinché possa avvisarti personalmente. Un caro saluto 🤗]

#SOLSTIZIOINVERNO un anno dopo

Un anno fa, oggi, 45 persone hanno vissuto e poi raccontato il loro Solstizio Inverno dal cui ascolto ne è nato un dipinto. Un anno è passato da quel giorno eppure è come se fossero sempre rimaste qui, a bagnare con la loro presenza la riva del 21 dicembre 2020; onde nel mare della biografia dell’umanità, onde che nutrono un tempo divenuto eterno ma non immobile, passato ma tuttora vivo.

Per Giovy è stata una giornata felice fatta di luci e ombre, ma soprattutto Yule. Riccardo ha ripercorso il ricordo della madre appena mancata, associandola al ciclo di perenne morte e rinascita del Creato e del sole nella linfa vitale. Stefania ha attraversato corridoi silenziosi inondati in seguito dal suono di un pianoforte, per poi incontrare Giuseppe e Sara. Angela ha deciso di mettersi in luce rischiando, di non più accettare la seduzione del crepuscolo che precede la notte. Anna ha avuto un inizio di giornata confuso per poi abbracciare la voglia di futuro. Barbara ha portato fuori il cane, fatto saponi e meditato, volgendo lo sguardo oltre il proprio dolore. Beniamino ha danzato con la sua pappagalla Gus, fatto spese, letto, fatto la pasta frolla e scritto. Per Bruno è stata una giornata col segno meno, persa, avvenuta in un giorno con due albe e due tramonti. Cinzia ha vissuto la gioia del freddo, della nebbiolina e dei maglioni di lana. Cristina è stata accompagnata dalle sinfonie più celebri fatte di Crack, Driiiin e Truuuum mentre raggiungeva il suo respiro. Luca ha ricevuto tre doni inaspettati e ha bandito una parola: speriamo. Fabiola ha incontrato un’amica che l’ha risollevata prima di andare in piscina con Noah. Jenny ha fatto pacchetti, una passeggiata e ripensato ad amici di gioventù, che poi è andata a trovare. Per Raffaella si è concluso un ciclo di incontri fra calma e agitazione, alla luce di una candela. Silvio ha parlato ai suoi studenti dell’inquinamento e ha condiviso il momento di passaggio con anime affini. Diego è andato con l’amico Mariso all’ultimo aperitivo prima delle chiusure, portandosi a casa luce. Rosa ha ricevuto una pugnalata da una collega che le ha messo tristezza anche se ha cercato di non pensarci. Silvia ha trovato le soluzioni alle questioni che le turbinavano intesta dedicandosi all’ascolto di un’amica. Umberto si è sentito fragile, in lotta con il suo ego e il suo io. Monica ha vissuto il suo dolore con la speranza della sua fine grazie a un’operazione. Luigi ha sentito una sua amica gemella, uniti da questo simbolo del 21. Sonia si è sentita un po’ in colpa ed è stata distratta, per terminare con la responsabilità per la possibilità di nascita offerta da questo giorno. Mirco ha ascoltato musiche natalizie, incontrato un’amica, passeggiato nel bosco, cenato e visto un bel film. Karin è andata all’aeroporto a prendere il figlio di ritorno dall’Olanda, accettato con fatica una scelta del suo compagno e dormicchiato un po’ durante una meditazione. Per Davide è stata l’ultima giornata delle ferie, con stress ma anche malinconia, tanto da commuoversi durante la visione di un film. Giovanni è spaventato da tutto questo buio e cerca di accettare l’ansia perché tanto sono sentimenti che prima o poi tornano sempre. Per Samantha dopo un bel caffè al caramello una lezione online, una visita a una Signora anziana e infine impacchettare regali con gioia. Per Salvatore il tempo si è fermato, è rimasto immobile in attesa di un abbraccio. Sandra si è sentita fluttuare lenta, distaccata da una realtà opprimente e angosciosa. Per Monique la congiunzione di Giove-Saturno è stato l’inizio di una giornata in cui l’idea del futuro si è manifestata ad Ostia. Patrizia ha cercato di fare il minimo indispensabile e dalle briciole ricostruire una normalità. Per Paolo la giornata in cantiere è passata fra pianificazioni e risoluzioni di problemi che lo hanno fatto sentire vivo e stare bene. Mary ha lavorato molto, fatto un pisolino dall’estetista ed è passata al bar per gli ultimi saluti prima delle chiusure. Riccardo ha aperto la finestrella del calendario dell’avvento e pensato alla fortuna di vedere e sentire gli odori, gli stessi di quando era bambino. Shendra ha accompagnato degli amici in auto, parlato di Fito che le piace e delle donne messicane che non si rendono conto delle possibilità che hanno. Giò ha visto la fine delle montagne e cercato di riprendersi dopo aver preso il Covid. Iris fa uno sforzo immane per non sentire la paura concentrandosi su di sé, sul suo nucleo e la sua essenza. Dani ha capito che la mente le faceva brutti scherzi, ha poi fatto una passeggiata nella neve e sentito il suo papino di 87 anni. Victor si domanda perché fa musica per film, con questa continua paura di fallire in cui però cerca di ritrovarsi e non perdersi. Manuel ha appena compiuto 35 anni cercando di vivere sempre con la V maiuscola, sentendo il corpo e lo spirito. Massimo ha avuto qualche giramento di scatole, un po’ di stizza ma anche bei momenti di bellezza. Edy fra scuola, doni di pezzi di legno e il cane Max è riuscito a notare il percorso di un millepiedi. Francesca assorbe il profumo di caffè che per un mese non ci sarà più, torna a casa in bicicletta e si dedica alla scrittura dei biglietti di Natale. Luca ricorda Titti e Silvestro, i giochi dei bambini e chiede aiuto a sé stesso. L’ultima testimonianza è stata quella di Eliana, che osserva il principio e ne legge il suo contrario prima di parlare al cuore, al bambino e al padre, a cui chiede di rimanere. 

Lo sentite anche voi vero il profumo di salsedine ? La vedete l’immensità da cui derivano e in cui tornano? Ecco: grazie per questo mare e per questo dolce naufragare, assieme. 

Per scoprire il dipinto #SOLSTIZIOINVERNO e ascolta le testimonianze che l’hanno generato, clicca qui.

Intervista apparsa il 9 dicembre 2021 sull'Engadiner Post

Quattro chiacchiere avute con la giornalista Marie-Claire Jur dell’Engadiner Post, apparse nell’edizione del 9 dicembre 2021. L’arte narrativa e la biografia dell’umanità raccontate tramite le opere esposte presso la Central Art Gallery di St. Moritz, la cui apertura per la stagione invernale è prevista il 19 dicembre prossimo. Di seguito l’articolo in tedesco tratto dall’edizione digitale, oppure scarica il pdf.

Ringrazio Marie-Claire Jur per l’attenzione e l’interesse dimostrati e Markus Kirchgeorg della Central Art Gallery per credere nel mio lavoro.

Raccontami il tuo 22 settembre per ridare forma allo spazio e al tempo

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Chiedo alle persone di raccontarmi qualche cosa della loro giornata per cercare di ridare una forma concreta allo spazio e al tempo, un po’ come inserire la mano in un guanto per poterlo riconsegnare alla sua funzione. Viviamo in un’epoca in cui si è persa la percezione del tempo o meglio, è passato dallo scorrere seguendo i cicli naturali al precipitare senza che lo si riesca più a cogliere. Idem per lo spazio, dove le distanze sono scomparse lasciando al suo posto una falsa idea di prossimo, perché non è dalla possibilità di raggiungere l’ovunque che può scaturire il senso di vicinanza.

Porre attenzione alla propria quotidianità significa invece abitarla, e per poterlo fare occorre in qualche modo dotarla di un’area, di uno spazio fisico in cui stare, uno spazio che attraversando viene immerso nel tempo in quanto sarà lui ad accompagnarci dalla mattina alla sera, sarà lui a mostrare la sua essenza vivendola.

Con i miei appelli di #artenarrativa cerco quindi in primis di inserire un gesto spazio-temporale concreto nella realtà, il quale mi viene in seguito restituito dai e nei vostri racconti, e in secondo luogo di immettere autenticità nella biografia dell’umanità includendo ciascuno nel suo essere semplicemente sé stesso, al di là (o di qua) del ruolo.

Il prossimo appuntamento dedicato a tutto ciò sarà mercoledì 22 settembre, giorno dell’equinozio d’autunno. Se desideri partecipare alla creazione dell’ultimo dipinto dedicato alla serie della #rivoluzioneterrestre è sufficiente inviarmi un messaggio vocale in cui mi racconti un fatto, un pensiero, una sensazione, un gesto o ciò che vuoi legato alla giornata di mercoledì, l’importante è che sia un qualche cosa di tuo inserito in quel giorno. Ascoltando le testimonianze ricevute creerò il dipinto #equinozioautunno 2021.

Il messaggio può essere inviato dal 22 al 30 settembre al numero di telefono +41793136659 (è un numero svizzero, se usate Whatsapp o Telegram non pagate nulla, mi trovate come Giada Bianchi Art). Oppure potete allegarlo a un e-mail indirizzato a info@giada.ch. Chiedo per cortesia se possibile di registrare l’audio senza rumori forti, vento o musiche di sottofondo. Le testimonianze ricevute verranno inoltre pubblicate sui miei profili accompagnate dal vostro nome, che se volete cambiare o omettere basterà avvisarmi.

Grazie per quanto potrete fare partecipando, condividendo o divulgando il messaggio ❤️.

Quando finisce un dipinto: GRAZIE per questo #solstizioestate

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Il dipinto #solstizioestate è terminato. 35 sono state le voci che, unite, hanno dato vita al coro riprodotto su tela. Chiudere una rappresentazione pittorica porta sempre con sé gioia accompagnata da una forma di tristezza melanconica unita a stanchezza, un po’ come quando si torna da un lungo viaggio e per qualche tempo si resta sospesi in una terra di mezzo fatta di sensazioni ancora da decantare, le stesse da cui un domani si potrà sprigionare la fragranza dell’esperienza vissuta.

La prossima raccolta testimonianze avverrà il 22 settembre in occasione dell’equinozio d’autunno, dal cui ascolto nascerà l’ultimo dipinto appartenente alla serie della #rivoluzioneterrestre; laddove il cambiamento capace di modificare il domani può consistere anche solo nel tornare ad abitare la quotidianità, tutti assieme, con intenzione. 

Ve lo ricorderò ancora come nei prossimi giorni vi presenterò il risultato di #solstizioestate; per ora, come sempre, un immenso GRAZIE a tutti coloro che hanno condiviso una parte di sé lasciando potesse divenire altro, a chi ha permesso alle testimonianze di ampliarsi ascoltandole, a chi ha in qualche modo divulgato il messaggio dell’ #artenarrativa concedendogli di arrivare più lontano, a chi ha anche solo dimostrato interesse al senso del mio lavoro o gettato un occhiata da non ora ma prima o poi ripasso e, non da ultimo, alle persone che hanno attraversato il mio panorama durante i mesi di fase creativa anche solo con un atto di silenziosa e preziosa presenza. 

Quindi a presto, per cercare di costruire assieme un nuovo pezzetto di biografia dell’umanità.

#OGGI 1: il primo dipinto sulla e nella quotidianità

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Esattamente un anno fa, il 1° agosto 2020, iniziava la mia avventura nella quotidianità altrui. Avevo deciso di sperimentare e sperimentarmi nell’ascolto di racconti scaturiti dallo spazio anti performance per eccellenza, la quotidianità appunto, alla ricerca di un’autenticità spontanea e non progettata scaturita dalla semplice presenza .

Durante il mese di luglio ho quindi cercato 31 uomini e 31 donne a cui attribuire un giorno da trasmettermi attraverso messaggio vocale, dal cui ascolto avrei creato la serie degli #OGGI di cui nell’immagine vedete il primo dipinto, colui in cui sono inseriti i flussi di pensieri raccolti dal 1° al 10 agosto del 2020 da 10 ambasciatrici e 10 ambasciatori della quotidianità; più precisamente si tratta di Clarissa, Luca, Raffaella, Riccardo, Barbara, Filippo, Giovy, Roberto, Iris, Bruno, Silvia, Umberto, Carola, Sandro, Anna, Patrick, Sandra, Giova Battista, Ursula e Massimo, a cui come sempre va il mio più sentito grazie ❤️.

Avevo scelto come tematica la quotidianità perché reputo oggi sia uno spazio sacrificato consegnato alla routine più per disattenzione che con effettiva intenzione, un luogo interessantissimo dal potenziale enorme in cui si celano le tensioni sia narrative che temporali necessarie per restituire una struttura di sostegno a ciò che altrimenti diventa un susseguirsi di presenti puntuali senza relazione, dimensione e valore.

Questo è stato il pensiero iniziale ma più mi addentravo in quel contesto più iniziavo a percepire altro, come una sorta di presenza comune, un elemento universale proprio di nessuno, come un battito scaturito dalla somma delle unicità ma che in alcuna rimaneva: in pratica era un esserci che risiedeva solo e unicamente in quel sé collettivo e autentico.

Nei prossimi due dipinti dedicati alla serie degli #OGGI vi continuerò a parlare di questo luogo straordinario divenuto ormai per me oggetto di ricerca artistica e personale, la quotidianità, e di ciò che mi sta continuamente regalando nel suo costante e giornaliero svelarsi.

Il dipinto #OGGI 1 sarà esposto fino al 25 settembre 2021 presso la Central Art Gallery di St. Moritz.

Acrilico su tela, dim. cm 120xh.150

Acrilico su tela, dim. cm 120xh.150

#UNIVERSUS: il dipinto dei luoghi del cuore

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#UNIVERSUS è un dipinto molto grande, misura infatti cm 270xh.180. Le dimensioni sono definite soprattutto dal limite del mio atelier e dal tempo a disposizione, ma fosse per me agirei ancora più in grande. È una questione di distanza, di messa a fuoco e di gesto, ritmo, rituale. Avete in mente quei disegni bidimensionali al cui interno si celava un’illusione ottica 3D, visibile dopo un po’? Andavano molto qualche anno fa. Ecco, per me è un po’ la stessa cosa.

La dimensione mi permette di entrare in quella trama e di spostare l’attenzione e la messa a fuoco su altro fino a quando qualche cosa appare, e ad apparire è sempre quell’idea di appartenenza al genere umano che trascende le singole unicità, come una sorta di elemento in comune che nulla c’entra con la forma ma che è sostanza pura, una specie di essenza collettiva immutabile e immutata. Ogni volta che mi capita di coglierla è un dono, è una grande scarica di energia, è un respiro che arriva da lontano.

Inoltre il dover continuamente camminare avanti e indietro, prima per fare e poi osservare, è una formula meditativa capace di aprire l’attenzione all’intuizione: quel bacino da cui possono sgorgare insoliti risultati, nuovi mondi.

#UNIVERSUS è nato ascoltando i messaggi vocali sui luoghi del cuore; rappresentante una geografia umana senza limiti temporali e confini, esplorabile e abitabile da chiunque senza bisogno di permesso alcuno: uno Spazio nato dalle persone, per le persone e propagabile attraverso di esse.

Il dipinto sarà esposto fino al 25 settembre 2021 presso la Central Art Gallery di St. Moritz.

Acrilico su tela, dim. cm 270xh.180 - anno 2019

Acrilico su tela, dim. cm 270xh.180 - anno 2019

#ALBA: il dipinto dello sguardo

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Questo è un dipinto del 2016, il primo della serie dei “grandi”, quelli da 3 metri per 1,5 di cui ne feci 13. Avevo già iniziato la mia ricerca di stile, un modo/metodo/gesto/attitudine/sentire che mi permettesse di tradurre momenti biografici su tela. In questo c’è ancora qualche elemento figurativo, poi scomparso in favore della fluidità.

Osservandolo riconosco ogni istante che ho voluto inserirvi ma, soprattutto, sono istanti che sento nel corpo. L’ascolto che prestavo al mio accadere partiva dalle sensazioni, e cioè da tutto ciò che i sensi mi consegnavano, per poi passare alle emozioni che mi suscitavano, a quelle che venivano richiamate, all’osservazione delle stesse, per arrivare infine all’attenzione del corpo, dove quell’esperienza si manifestava, con quale tensione, in che forma.

Questo modo di pormi all’ascolto è lo stesso che uso ancora oggi per risolvere su tela le numerose testimonianze che mi giungono dagli appelli. Divento una sorta di contenitore-diapason, metto a disposizione tutto ciò che sono fino a quando qualche cosa della testimonianza fa vibrare l’insieme del mio stare e solo lì, in quel preciso istante, mi avvicino alla tela sapendo esattamente cosa fare.

#ALBA l’ho chiamato il dipinto dello sguardo perché molto di ciò che è stato rappresentato ha a che fare con l’osservare, il vedere, il guardare e il guardato, sia mio che di altre persone presenti, quel accorgersi da cui giungono non solo nuove consapevolezze in grado di determinare importanti mutamenti, ma soprattutto nuovi alfabeti con cui comporre consensi e relazioni fino a quel momento rimasti muti.

#ALBA è esposto fino al 25 settembre 2021 presso la Central Art Gallery di St. Moritz.

Acrilico su tela, dim. cm 288xh.144

Acrilico su tela, dim. cm 288xh.144