naturogramma

Naturogrammi d'alba

Stamane avevo proprio bisogno di quella passeggiata lì. Quella dell’alba. Quella del bosco. Mi mancava ciò che accade. Mi mancava proprio quel legame silenzioso.

Sono tornata in Engadina ieri, e oggi mi sono svegliata come se stesse per arrivare qualcuno che aspettavo da tempo. Ed è stato proprio così. A tornare sono state le parole-mondo, e più nello specifico i naturogrammi, quelli che colgo nella natura.

Appaiono sempre per caso con grande sorpresa e gratitudine. Non li cerco, anche perché se li cercassi non sarebbero naturogrammi ma intenzioni. Quando ho iniziato a raccoglierli mi chiedevo se sarei riuscita ad arrivare a 12, giusto da proporne uno al mese. Ora non so nemmeno quanti ne ho… e non finiscono mai.

Esco e puff: eccone uno. Sono come i funghi dopo la pioggia e la luna giusta. E stamattina ho persino incontrato Herr Peter col suo bastone, il cappello e un cestino di vimini piatto, perfetto per non schiacciare i funghi.

Ma dicevo: i naturogrammi. Sono parole-immagine che non racchiudono ma dischiudono mondi. Creano cerchi come gli anelli sull’acqua quando lanci un sasso in un lago. Solo che il lago sei tu, e gli anelli la quantità di vita che sei, che custodisci e generi nello stare.

Quelli colti stamane sono stati: pioggia-invisibile, albero-altare e giardino-d’ombre. Mi sono girata ed eccoli lì. Li ho colti per condividerli con voi. Se ti va quindi, raccontami cosa evocano in te questi tre naturogrammi. Puoi farlo nei commenti, in privato o via mail.

Essendo mondi aperti c’è spazio per tutti, compreso il tuo.

Lieti momenti

Giada