Cembro-luce della sera: trasformare l'ospitalità in legame coi naturogrammi

I naturogrammi sono nati tempo fa nel mio lavoro artistico: piccole rivelazioni poetiche che danno voce alla natura e al sottile. Un modo per pronunciare immagini che acquisiscono senso nel tempo non attraverso il significato ma l’evocazione. Li ho sempre immaginati come un modo per restituire attenzione al mondo: nominare qualcosa che prende forma nel tempo, come nelle relazioni. Sono l’atto fondante del legame.

Mi è sembrato quindi naturale portare questo gesto a Chesa Altrova – La dimora degli istanti: offrire cioè uno spazio simbolico in cui montagna e ospite potessero incontrarsi. Funziona così: nel modulo di contatto un ospite può scrivere, se vuole, un elemento naturale a cui si sente legato (una pietra, un cembro, una piuma…), e un elemento del sottile che lo accompagna (il vento, il silenzio, la vastità, la luce dopo il temporale…).

Dall’unione nasce un naturogramma, che li attende nel Libro del reale di Chesa Altrova e che li accoglierà al loro arrivo. In questo modo il legame personale con la natura diventa parte viva dell’ospitalità, e l’accoglienza stessa può trasformarsi in gesto di restituzione verso il paesaggio.

Un esempio creato per degli ospiti di agosto, che mi hanno lasciato le parole cembro e luce della sera:

Cembro-luce della sera

Essere raro, composto dalla densità resinosa del cembro e dalla luce calda e radente dell’ultima ora del giorno. Compare quando l’aria rallenta, quando il tempo non ha più urgenza di avanzare. Il suo passo è silenzioso, ma lascia nell’aria un sentore che rimane. Non illumina, ma circonda. Non parla, ma custodisce ciò che è stato detto. Ha la pazienza degli alberi longevi e il tocco sottile della luce che non vuole essere vista. Si manifesta spesso nel battito che si calma, nei silenzi che svelano, negli spazi in cui si può restare senza difese. Abita i luoghi dove il vento racconta, e ogni forma è accarezzata abbastanza a lungo da sembrare più grande — non per altezza, ma per presenza. Il cembro-luce-della-sera è presenza gentile e profondamente radicata. Porta con sé il tempo dilatato, la memoria che non pretende, e una cura che non si mostra, ma si lascia sentire.

Il suo invito:

Rimani abbastanza a lungo da sentire il tempo cambiare passo. Lascia che la luce ti avvolga senza chiederti di fare nulla. Respira come fa il cembro: profondo, lento, radicato. E tieni in te quella calma, anche quando il vento riprende a correre.

Nominazione e restituzione

La nominazione è per me un modo di restituire. Raccolgo immagini in parole, affinché possano continuare a crescere e a vivere, generando senso e significati sempre più profondi. Applicare questa pratica con gli ospiti ne amplifica il gesto, in quanto il naturogramma non è più solo un testo poetico, ma diventa ponte di legame tra chi arriva, la casa e la montagna.

È in questo passaggio che la nominazione si fa ospitalità: accogliere non solo per offrire un tetto, ma per dare forma a un incontro che può cambiare sia chi accoglie sia chi riceve.

La restituzione non appartiene solo all’arte o alla vita quotidiana, ma credo possa diventare anche un modo nuovo di viaggiare. Per questo parlo di turismo di restituzione: un turismo che incontra i luoghi nel riconoscimento, nella gratitudine, nella cura e nella custodia. In una parola: nel legame.

I naturogrammi, insieme agli istanti, alle parole collettive o alle passeggiate sogliare, sono le pratiche che metto in atto per invitare a vivere la montagna come interlocutrice viva, generando non solo ricordi ma anche trasformazioni, unioni e appartenenza.

Così, ogni volta che un ospite varca la soglia di Chesa Altrova, non trova soltanto un appartamento, ma un piccolo seme che lo accompagna. Un gesto che gli sussurra all’orecchio “tu non sei solo di passaggio, sei parte di una trama che custodisce e restituisce. Siamo uno parte dell’altro. Siamo un noi”.

E tu? Quali sarebbero le due parole che vorresti unire per creare il tuo naturogramma?

E, se lavori nell’ospitalità o nel turismo, come immagini che pratiche come la nominazione possano trasformare il modo in cui accogliamo e restituiamo ai luoghi?

Grazie se vorrai partecipare alla conversazione, così che possa ampliarsi e crescere insieme.

Lieti momenti

Giada