LA GRAMMATICA DEL REALE
Cinque gesti per abitare il mondo con attenzione
Non è un metodo, né una teoria chiusa. La grammatica del reale è una forma vivente, un modo per stare nel mondo con sguardo aperto. Nasce dalla mia esperienza artistica, dai miei studi, dall’ascolto, dalla relazione con ciò che accade. È fatta di gesti, non di regole. Di attenzione, non di controllo.
Negli anni, ho riconosciuto cinque gesti ricorrenti che attraversano il mio lavoro, come movimenti interiori e relazionali. Ogni progetto che creo nasce da uno o più di questi gesti. Insieme, formano una grammatica: una mappa che non insegna a parlare del reale, ma a entrare in dialogo con esso.
I cinque gesti
Cogliere - L’istante che accade:
Il primo gesto è l’ascolto. È riconoscere che qualcosa ha valore mentre accade. Cogliere significa accorgersi, fermarsi, lasciare che il reale ci tocchi. È il gesto che apre il tempo e la presenza.Distillare - La parola che resta:
Dopo l’evento, resta una traccia. Distillare è trovare la parola che la custodisce. È nominare con delicatezza, come si raccoglie la rugiada prima che evapori.Aprire - La soglia del linguaggio:
Aprire è scegliere parole che non chiudono, ma lasciano entrare. Parole che non spiegano, ma evocano. È il gesto che trasforma il linguaggio in invito e varco.Intessere - La trama collettiva:
I gesti e le parole si intrecciano. Intessere è creare relazioni tra le esperienze, generare senso condiviso, lasciare che il singolo diventi parte di una narrazione più ampia.Ospitare - Lo spazio che accoglie:
Ospitare è creare le condizioni affinché le cose possano accadere. È prendersi cura dello spazio fisico e simbolico. È il gesto che trasforma un luogo in possibilità.
La grammatica del reale si fonda su tre intuizioni di fondo
1. Il reale è vivo e relazionale
Ciò che chiamiamo realtà non è un oggetto da osservare, ma un campo sensibile di risonanza. Le cose esistono anche in base al modo in cui ci relazioniamo a loro. La grammatica nasce per rendere visibile questa relazione.
2. Il linguaggio non serve solo a spiegare, ma a custodire
Ogni gesto di nominazione è un atto di riconoscimento. Dare un nome non è definire, ma onorare ciò che accade. Le parole possono essere soglie, non etichette.
3. L’arte può diventare una pratica quotidiana di senso
Non serve creare solo grandi opere. Anche un istante vissuto con attenzione, una parola colta, uno spazio curato possono essere atti artistici.
La grammatica del reale è una via per trasformare il vissuto in possibilità condivisa.
Non c’è un modo unico per usare questa grammatica. Ma puoi attraversarla così:
come chiave di lettura per i progetti che incontri su questo sito;
come strumento personale per orientare la tua attenzione nel quotidiano;
come traccia creativa per scrivere, camminare, osservare, raccontare.