Quella sosta obbligata alla curva di Montebello

Quando mi reco dall’Engadina a Poschiavo ho una tappa fissa che non manco mai, come quando dal Ticino andavo in Svizzera Interna, dove Ovomaltina e nussgipfel all’autogrill di Raststätte erano una tradizione che rasentava la scaramanzia. Ma in questo caso non si tratta di un ristorante, un parco o una terrazza, no: è una curva. 

Ovvio, esiste lo spazio per potersi fermare e per fortuna, perché proprio non si riesce a passarci davanti senza nemmeno uno stop. E sì che in quella sosta non vi è nulla se non proprio quello, il nulla. Sarà forse questo il motivo per cui non si sente mai nessuno parlare. 

Uno scende dall'auto, fa un paio di passi, alza lo sguardo e sta lì, così, a respirare; al massimo scatta una foto o si mette le mani in tasca. Una volta ho visto addirittura un Signore tornare in auto a spegnere la musica e poi rimettersi là, in estatica contemplazione.

Non saprei dire se sia una sensazione che faccia stare bene o male, semplicemente fa, come essere lì ma non solo, e ritrovarsi nel contempo un po’ ovunque.

A dire la verità però c’è una cosa che faccio prima di rimettermi in viaggio, ed è lanciare un desiderio come si fa con le monete nelle fontane, solo che questa è grande quanto il mare, solo che questa è il Bernina.

Articolo pubblicato su Il Bernina il 28 settembre 2019.