BeSign: essere segno, ma per davvero

E poi arrivi dove devi. Come oggi. Un oggi carico di avvenimenti importanti accaduti nei giorni scorsi lasciati per caso sul mio cammino dal fato come fossero mollichine di pane, anche se un caso non lo è mai, e men che meno si è trattato di mollichine di pane. Oggi: un’aula, un corso, un Maestro, un metodo d’approccio diverso e boom, mi si è spalancato un mondo. Un altro. Anzi no, il mondo è sempre lo stesso ma altri saranno i passi con cui potrò attraversarlo, all’occasione. Si è partiti da una frase scelta su ispirazione. Ho parlato di fischi ed echi: l’attesa del rimando dell’accadere, il solito insomma. Ok. Scrivo la frase. E la riscrivo. E mi lascio andare. E vado di segno. BeSign è il nome del corso: essere segno, ma per davvero (aggiungo io). Un segno che pulisci, scorri, lasci fluire, liberandoti nel procedere dal senso e dal significato delle parole. Sono giunta a una Effe. Ok. Da qui si riparte e si continua riprendendo all’infinito quel tratto che poi è diventato simbolo e poi nemmeno più quello. Dieci, cento, mille fogli; non so quanta carta abbia usato, poco importa. Studiare, affrontare, entrare nel gesto, approcciarsi ad esso ancora e ancora e ancora perché un ancora c’è sempre, fino a quando diventi quel tratto e quella stessa Effe ho cominciato a sentirla, a provarne l’emozione, ad ascoltarla, a viverla. Qualsiasi lavoro eseguito in seguito portava ora il suo nome anche se si trattava di un punto rosso… ma davvero voi che siete qui in aula con me non la sentite? A me questa Effe risuona dentro tanto da stordire! “Caspita è forte”: dunque qualche cosa è arrivato. Ma chissà fin dove sarà giunto il messaggio, se affettivamente la mia Effe sarà capace di rimandarmene un’altra come l’eco da cui sono partita o come l’eco da cui sono arrivata, fino a ieri qui, su questo oggi, che è diventato un oggi… oggi...gi.

 

Corso tenutosi il 18 ottobre 2015 da Marco Campedelli, presso lo spazio Calligraphic Design di Gabriela Carbognani.