Su Linkedin e su qual è l'intento del progetto #ritrattinarrativi

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Essendo il mio progetto legato al confronto, al dialogo e alla partecipazione, ho deciso di creare anche una pagina Linkedin in cui verranno riportate esperienze, collaborazioni e attività che andranno a formarsi nel corso del suo sviluppo oltre a, naturalmente, rappresentarmi come azienda.

Sarà un modo per osservare e lasciarsi coinvolgere da ciò che accadrà in questa avventura che non vuole essere solo artistica ma, soprattutto, generare nel (proprio) contesto ascolto, attenzione e accettazione.

In aggiunta in agosto aprirò un nuovo spazio a St. Moritz in cui, oltre all'espressione pittorica, mi piacerebbe riuscire a dar vita a un luogo in cui vengano proposte attività utili per scoprire, interrogarsi, ritrovarsi e sperimentarsi nel confronto, in pratica la parte Off dei #ritrattinarrativi (proposte di collaborazione bene accette).

Quindi grazie se avrete piacere di seguire la Pagina su Linkedin, mentre sotto vi riporto quanto scritto nel primo post. Grazie in anticipo se deciderete di seguirmi :-).

Opere d'arte nate da messaggi vocali: qual è l'intento del progetto #ritrattinarrativi?

"I miei dipinti -risponde l'artista Giada Bianchi- nascono da ciò che raccolgo a seguito di appelli lanciati nel web; rappresentano l’eco della voce del mondo che sfugge al tempo e allo spazio grazie alla condivisione.

Lo scopo è far riflettere sull’importanza della propria esperienza in quanto risultato di un’esistenza unica, irripetibile e inimitabile quindi preziosa, e se lo è per uno lo deve essere necessariamente essere anche per tutti gli altri.

Una testimonianza appartiene allo spazio privato della persona la quale, decidendo di rispondere alla call to action, si apre di sua spontanea volontà all’incontro, alla possibilità di scoprire altre realtà al di là dell’apparenza, del conosciuto, del pregiudizio e della discriminazione.

È un atto di accoglienza, generosità e fiducia immenso verso il prossimo attuato in un contesto complesso come i social network. Nei racconti non c’è necessità di mostrare ma di essere, e quando questa attitudine si unisce a un atto diventa un gesto posto al servizio della continuità e del futuro, sia delle persone che del mondo, sia virtuale che concreto”.