Raccontare un workshop per i non addatti ai lavori

Ogni confronto è un'esperienza arricchente. È questo lo spirito con cui mi sono iscritta a un workshop di progettazione urbana, ed è stato questo l'intento con cui ho cercato di raccontare ogni giorno ciò che apprendevo, cercando di trasformarlo in qualche cosa utile a chiunque, soprattutto ai non addetti ai lavori, come me.

Compito del corso: offrire alla popolazione di Rovio alcune soluzioni per ripopolare la piazza del paese, oggi non più frequentata a causa di frammentazioni dello spazio e al disturbo del traffico.

Qui trovate il post completo, mentre di seguito ciò che potrebbe in seguito diventare pubblicazione, contenuti da condividere online, promemoria, riassunto, spunto o anche solo un mezzo in più per poter osservare diversamente la quotidianità.

IMG_3182.jpg

Dall'incontro con la popolazione ho appreso che:

  • Se chiedi la gente risponde
  • Se ascolti la gente racconta
  • I paesi sono visti, scritti, immaginati e ce li hai sotto, sopra, attorno e dentro
  • Il confine è una relazione
  • Le persone sono i luoghi che abitano e che vorrebbero abitare
  • Riqualificare significa riconsegnare
  • Il pedone vince laddove ne viene incentivata la presenza
  • Anche i garzoni disegnano
  • Delimitare limiti limita l’apprendimento degli stessi 
  • L'educazione non può essere delegata a un recinto
  • Su alcune panchine si scrive l’infotraffico
  • I bambini vedono cosa potrebbe diventare, mentre gli anziani cosa potrebbe venire a mancare
  • Condividere riduce la dispersione 
  • L’obiettivo è un incastro
  • I giovani sono belli
  • Coinvolgere ne accentua il senso

I primi schizzi mi hanno portata a pensare che:

  • Le interferenze non si annullano, si trattano
  • Una costruzione risuona nella coscienza umana  di ognuno
  • Se riesci a immaginare qualche cosa, quella cosa ti attraversa 
  • Ascoltare il bacio fra strada e piazza
  • Assecondare non è ricalcare
  • Non abbiamo bisogno di recinti per sentirci liberi
  • La progettazione urbanistica consiste nel creare un disegno dello spazio capace di trasportare il comfort domestico dalla scala privata a quella pubblica (Arch. Bjorn Klingenberg)

Ciò che l'architetto Martino Pedrozzi mi ha trasmesso:

  • Si abitava la semplicità
  • Le cascine sono embrioni dello spazio urbano
  • Le rovine possono diventare un omaggio a chi le ha vissute
  • L'insieme delle vie formano un unico spazio
  • Sovrapporre salva fiumi e vigneti
  • Senza togliere o portare nasce l'ordine dello spostare
  • Per separare a volte occorre unire
  • Il bello appaga anche se non se ne conosce la storia

Dagli architetti Federico de Molfetta e Hope Strode ho appreso che:

  • C'è bisogno di paesaggio
  • Non è necessario nascondere, ma creare relazioni
  • Le complessità vanno mantenute, occorre solo calibrarle
  • L'immaginazione è ciò con cui ci confrontiamo, e ridare la possibilità di immaginare è importante
  • Le masse vegetali sono volumi; il linguaggio architettonico è uguale, a cambire è il fattore tempo
  • La natura tende alla complessità, l'architettura al deperimento
  • Una spina dorsale vegetale è sorretta da ambienti
  • La manutenzione di uno spazio fa parte della struttura 

Dall’ingegnere, architetto e architetto paesaggista Cristina Petralla ho imparato che:

  • La soluzione è trovare un giusto modo per raggiungere il futuro
  • Il paesaggio è un’invenzione umana dei tempi recenti; prima natura e mare uccidevano, non si diceva “che bel paesaggio”
  • Per capire cosa fare occorre comprendere le parti
  • Un paesaggio è ciò che rimane; è ciò che noi lasciamo
  • Uno spazio pubblico è l’insieme del contesto
  • Un buon governo porta ad avere un buon paesaggio, il cui primo passo consiste nell’offrire sicurezza
  • In un progetto occorre inserire anche l’incertezza; non si è mai sicuri di come la propria opera verrà vissuta e utilizzata
  • La totalità del territorio è un insieme di sistemi, a cui va dato ad ognuno la possibilità di svilupparsi senza diventare preponderante
  • Il progresso non è solo un avanzare, ma a volte consiste nel ripensare il passato e tornare indietro
  • Il paesaggio è un’opera collettiva, siamo noi a comporlo

Dall’architetto Stefano Moor invece ho capito che:

  • La città è il punto culminante fra natura e cultura
  • Insegnare non è nient’altro che continuare a fare ciò che si fa tutti i giorni
  • Paragonare serve a capire
  • L’architettura dovrebbe dare la risposta più giusta a una problematica
  • Esistono ombre inutili
  • Si può dare una risposta al luogo attraverso una struttura statica
  • Non bisogna avere paura o vergognarsi di ripetere le stesse cose
  • Per creare il vuoto occorre densificare l’attorno
  • Si cerca di dare risposte che diano un senso a tutto il territorio
  • La buona architettura si può imparare, mentre il pensiero etico va guidato e sviluppato

I volti del workshop:

 

Videoracconto disegnato sull'urbanistica:

Progettare è unire, e visto che l'unione porta a vivere sentimenti ho interpretato l'urbanistica come un modo per diffondere amore. Ecco quindi progetTIAMO.

ProgetTIAMO

Ecco il suolo, su cui son solo
su quei percorsi, rivivo i miei trascorsi
ma una trasformazione, porta alla reazione.

Sulla piazza, appare una ragazza
percorro il tragitto, vengo trafitto
intraprendo il cammino, e mi avvicino.

Dai legami, nascon "mi ami?"
uniamo la storia, progettiamo il futuro
"certo che ti amo, ne sono sicuro".

 

Le parole della piazza secondo i bambini:

Cosa vorrebbero vedere i bambini nella piazza del loro paese? Uno squalo, qualche foca, un trampolino ma anche sculture e quadri. Le risposte nel video riassunto della quinta giornata del WPURovio2017 mixato a qualche foto del passato e del presente, avendo già nei desideri rappresentato il futuro.

Workshop organizzato e proposto dall'Architetto Licia Lamanuzzi di Stabio.